Con il sì sofferto di Avia e Sdl, il piano per il salvataggio di Alitalia messo a punto da Cai riceve il via libera definitivo delle nove sigle sindacali che rappresentano i lavoratori della ex compagnia di bandiera. Ora gli scogli da superare, per la cordata di imprenditori guidata da Roberto Colaninno (presidente) e Rocco Sabelli (a.d.), sono quelli dell’Enac e di Bruxelles. Poi, il primo novembre, la Nuova Alitalia potrà decollare. "Sarà l’entusiasmo dei dipendenti a fare la differenza tra il successo e l’insuccesso di questo piano", ha affermato Colaninno, secondo cui, il via libera dei sindacati al piano Fenice è "un grande accordo, concretizzato in 24 giorni, un record". E fra gli scogli c’è anche quello delle certificazioni dell’Enac i cui vertici, oggi, incontrano quelli di Cai per fornire le linee di indirizzo. Si parlerà della discontinuità della nuova società con il passato, del certificato di operatore aereo, ed altre questioni come il cambio della sigla e gli slot. Quanto a Bruxelles, il passaggio alla nuova compagnia deve avvenire in discontinuità, trasparenza e la vendita degli asset di Alitalia deve essere a prezzi di mercato. Infine la scelta del futuro partner internazionale da affiancare alla nuova compagnia che però il 1 novembre potrebbe decollare anche priva del socio estero. In lizza Air France, Lufthansa e sullo sfondo pure British Airways.Già in calendario intanto i primi colloqui diretti tra i numeri uno di Luthansa, Wolfang Mayrhuber, e di Air France, Jean Cyril Spinetta, con Colaninno e Sabelli, per esplorare vantaggi e opportunità offerti dall’una o dall’altra alleanza.