Potrebbe svelarsi presto, in questa settimana, il misterioso partner occidentale che affiancherà Aeroflot-Unicredit Banca Mobiliare nella gara per l’Alitalia. E che sarà Air France, nonostante continue smentite da Parigi, sono in molti a pensarlo. Ma anche a temerlo. Intanto, lunedì 16 aprile, i tre candidati in gara (con Aeroflot-Ubm ci sono Tpg-Matlin Patterson-Mediobanca e Ap Holding di Carlo Toto, patron di Airone supportato da Intesa San Paolo) presenteranno le offerte non vincolanti e, nel caso di richiesta di ingresso di nuovi soggetti, il Tesoro deve decidere come procedere. “I russi dicono che avranno un partner occidentale, il Tesoro può cambiare in corsa la gara o decidere di bloccarla e trattare direttamente con un potenziale acquirente, dimostrando poca trasparenza. Gli elementi sono sufficienti per dare forma al piano di cui si parla ormai da dieci anni, cioè consegnare Alitalia, svendendola, nelle mani di Air France”. Questo il quadro tracciato dal segretario nazionale della Filt-Cgil, Mauro Rossi, perché il Tesoro “può ancora modificare il bando di gara”. A temere questa prospettiva è anche il segretario nazionale della Fit Cisl, Claudio Genovesi secondo cui “il governo mostra un progressivo e lento distacco da Alitalia e il rischio Air France è forte ma va allontanato. Meglio un partner orientale”. Secondo alcuni come la forte associazione dei piloti Anpac, Air France, che con Alitalia ha un incrocio azionario del 2% e una partnership commerciale nell’alleanza SkyTeam, è la compagnia aerea europea ideale con cui stringere quella alleanza forte, necessaria e indispensabile per il futuro rilancio dell’Alitalia.