Alitalia, Atlantia minaccia ritirata, cresce irritazione al governo

Si riapre la partita Alitalia. La cordata tra Atlantia, Fs, Delta e Mef sembrava ormai cosa fatta, ma le frizioni tra futuri azionisti stanno portando ad un rimescolamento delle carte, rischioso per la sopravvivenza stessa della compagine. A gettare il sasso nello stagno è stata Atlantia che, in una lettera inviata al ministero dello Sviluppo economico, ha espresso tutte le sue perplessità sul piano di rilancio della compagnia attualmente in discussione, arrivando a prospettare anche un ritiro dalla cordata in assenza di un intervento del governo per riequilibrare i ruoli tra i protagonisti in campo, in pratica su Delta.

Una mossa che non è affatto piaciuta al Governo che ieri sera, dopo un vertice a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e i ministri interessati, compreso il leader 5S Luigi Di Maio, ha fatto trapelare una “irritazione comune nell’esecutivo”.

Finora, secondo quanto si apprende, Atlantia ha sempre partecipato ai tavoli di lavoro sul piano industriale per mettere a punto flotta, esuberi e rotte. Nonostante gli obiettivi di partenza non siano gli stessi di Delta, e nonostante il tira e molla sulla stessa quota della compagnia americano, indisponibile a salire dal 10% oltre il tetto del 12%, il confronto sembra essere andato sempre avanti nell’ambito di normali meccanismi di negoziazione. “L’operazione trasparenza”, come la definisce il gruppo, emersa nelle ultime ore appare dunque come un fulmine a ciel sereno, o quanto meno come un estremo tentativo di ottenere il massimo possibile entro la scadenza del 15 ottobre.

Nel pomeriggio di ieri i commissari di Alitalia hanno incontrato i vertici di Fs e di Atlantia per fare il punto della situazione, rimandando ad una conference call successiva il contraddittorio con Delta.    La controparte non sono però solo gli americani. Sul piatto ci sarebbe infatti anche la revisione delle concessioni autostradali di cui si parla anche nella Nota al Def ma su cui il governo non ha ancora espresso una posizione chiara e definitiva.

Intanto, però, il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi dice: “Alitalia ha solo l’8% del mercato di chi viene e parte dall’Italia per l’estero e noi qui proprio non riusciamo a capire perché, tutti i partiti da destra a sinistra vogliano ristatalizzarla”.

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