Le condizioni di Poste per un nuovo impegno finanziario in Alitalia potrebbero mettere in discussione l’intera operazione con Etihad. Banche e azionisti della compagnia italiana sono rimaste di stucco di fronte ai ‘paletti’ con cui la società guidata da Francesco Caio ha accettato di partecipare all’equity committment. Poste, secondo azionista di Alitalia con il 19,48%, avrebbe chiesto tra le altre condizioni quella di versare i 40 milioni nella newco anziché nella old company: questo muterebbe l’assetto della nuova Alitalia, con i soci che passerebbero da due a tre: Cai (46%), Poste (5%) ed Etihad con il 49%.
Cambiare le carte in tavola a questo punto dell’operazione, sostengono fonti vicine al dossier, rischia di vanificare gli sforzi fatti fino ad ora. E creerebbe una situazione di soci di serie A e soci di serie B. Inoltre, arrivati a questo punto non ci sarebbero molti margini per riaprire la trattativa: anche perché le carte relative all’operazione, sulla base degli accordi raggiunti fino ad ora, infatti, sono già state inviate all’Ue per accelerare l’istruttoria.
Intanto venerdì 25 luglio è fissata l’assemblea dei soci che dovrebbe deliberare il nuovo impegno finanziario da circa 200 milioni a garanzia di eventuali perdite e contenziosi. E in settimana potrebbe essere convocato un consiglio di amministrazione della compagnia per varare l’aumento di capitale e forse anche per l’approvazione del testo del contratto tra Alitalia ed Etihad. Contratto che, come annunciato dal ceo di Etihad Hogan, verrà firmato entro fine mese. Non è escluso forse già entro questa settimana.