Il consiglio dei ministri ha approvato un norma per consentire di convertire in equity una parte del prestito ponte concesso dallo Stato ad Alitalia e consentire così eventualmente al Ministero dell’economia di entrare nella newco con una quota finora ipotizzata al 15%. Uno step che scioglie anche un nodo politico, visto che proprio sull’ingresso del Tesoro nella compagnia si era creato un attrito tra le spinte del vicepremier Di Maio e le resistenze del titolare dell’economia Tria.
Questa norma è un passaggio normativo necessario, ma non modifica lo stato di avanzamento della trattativa, che vede al momento mancare ancora all’appello un 40% di adesioni alla newco per la nuova Alitalia.
Intanto alle Ferrovie dello Stato, che da poco più di 4 mesi stanno lavorando ad una possibile soluzione per salvare l’ex compagnia di bandiera, è stata ufficializzata la proroga di un mese (rispetto al precedente termine del 31 marzo) per presentare l’offerta vincolante necessaria per arrivare al piano industriale: le Fs avevano chiesto altri 2mesi di tempo, ma i commissari, sentito il Ministero dello sviluppo economico, hanno ritenuto di limitare la proroga ad un solo mese, indicando nella missiva inviata all’ad Gianfranco Battisti la data del 30 aprile. Un mese cruciale per il decretare il destino del progetto targato Fs: si tratta di trovare altri pos sibili partner per la newco, da affiancare a Fs con il 30%, Delta fino al 15% e il Tesoro con il 15%. Fuori confine si guarda a China Eastern (di cui Delta detiene una quota di minoranza), mentre in Italia si punterebbe su Atlantia. Se l’operazione non andasse a buon fine, è sempre alla finestra Lufthansa, con cui ha avuto contatti nei mesi scorsi il sottosegretario ai trasporti Armando Siri, entrato ufficialmente in campo da qualche giorno sul dossier.