Via libera del consiglio dei ministri al salvataggio di Alitalia: dopo poco più di mezz’ora di riunione il governo dà l’ok al decreto legge e al disegno di legge delega che permettono il commissariamento della compagnia di bandiera, evitando il fallimento. Molto soddisfatto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: "Avevamo il dovere di intervenire, lo abbiamo fatto con concretezza. Ci siamo riusciti". Oggi il cda della compagnia esaminerà i conti di un difficile semestre per poi alzare bandiera bianca e chiedere il commissariamento. Il progetto disegnato da Intesa Sanpaolo muove così i primi passi lungo la strada tracciata per cedere aerei e asset operativi alla "nuova Alitalia" guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli. E lasciare così la gestione di debiti e dipendenti, di azioni e obbligazioni, nella vecchia Alitalia da affidare al commissario straordinario che sarà Augusto Fantozzi. Intanto torna in scena Air France, che dice di essere pronta ad acquisire una quota di minoranza nella nuova società creata dalla cordata di imprenditori italiani.
Sul piano di salvataggio, a questo punto la palla potrebbe passare a Bruxelles: dopo le modifiche alla legge Marzano varate dal consiglio dei ministri, l’Ue dovrebbe verificare se l’operazione è compatibile o meno con le norme comunitarie, soprattutto sul fronte degli aiuti di Stato. Dunque, molto probabilmente, anche per quel che riguarda il previsto ricorso la cassa integrazione e mobilità per tutti i dipendenti della compagnia di bandiera. Sul tema degli esuberi, il decreto del governo prevede quattro anni di cassa integrazione più altri tre di mobilità per tutti i dipendenti in esubero, e la ricollocazione in altre aziende del settore privato, escludendo la Pubblica Amministrazione come ha indicato il ministero del Lavoro, Maurizio Sacconi che lunedì aprirà il confronto non facile con i sindacati.