Alitalia, in campo Intesa San Paolo con AirOne

Prato fa slittare al 20 novembre scadenza

La disponibilità di Intesa Sanpaolo ad entrare nel capitale con una quota di minoranza nell’operazione Alitalia-AirOne potrebbe essere la marcia in più di Carlo Toto nella corsa alla privatizzazione della ex compagnia di bandiera. Rispetto ai candidati stranieri Air France-Klm, Lufthansa e Aeroflot, di cui il numero uno dell’Alitalia, Maurizio Prato, ha deciso di sondare l’interesse, AirOne sarebbe non solo un partner industriale a cui Prato sta dando la caccia ma garantirebbe l’italianità della compagnia, un paletto della gara fallita nel luglio scorso ma leit motiv ormai sempre più battuto da esponenti di governo. E il coinvolgimento di altri importanti istituti di credito – in via di definizione da parte dei management di Intesa Sanpaolo e di Ap Holding (che controlla Air One) – fa immaginare una consistente disponibilità finanziaria che potrebbe garantire quella "iniezione di risorse fresche per la ricapitalizzazione" che Prato ha indicato come "unica strada per salvare Alitalia", perché l’alternativa è "il rischio di portare i libri in tribunale". Ad un aumento di capitale sembrerebbero meno disponibili Air France-Klm e Lufthansa: la prima punterebbe ad uno scambio azionario e per la seconda Alitalia costerebbe troppo. E’ forse anche per la definizione dell’architettura finanziaria del coinvolgimento delle banche nel progetto di Toto che Prato ha via via fatto slittare dal 10 al 15 e poi al 20 novembre la scadenza per portare all’azionista Tesoro il nome del prescelto. Ma lo slittamento della scadenza potrebbe dipendere anche dai termini in cui il ministero dell’Economia intende modificare il decreto di privatizzazione dell’Alitalia, (che garantirà comunque l’imparzialità della scelta), che potrebbe essere esaminato nel prossimo Consiglio dei ministri o in quello successivo.
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