Quattro mesi di tempo per far uscire Alitalia dall’amministrazione straordinaria. È questo il compito “decisamente complesso” che hanno davanti il commissario straordinario Giuseppe Leogrande e il direttore generale Giancarlo Zeni per rispettare, come vogliono e come chiede il Governo, la scadenza del 31 maggio. Una strada “angusta e in salita”, ma possibile, assicura il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, che ribadisce il mandato di garantire l’integrità dell’azienda, ovvero niente spezzatino, e la salvaguardia dell’occupazione. Con un cambio di rotta rispetto al passato, invece, Patuanelli assicura “massima libertà d’azione” al commissario: tradotto, basta ingerenze, dopo decenni di interferenze nella gestione della compagnia da parte della politica, abituata ad influenzare anche l’apertura o la chiusura delle rotte.
Il programma dei prossimi quattro mesi partirà da subito con l’individuazione delle misure di efficientamento per migliorare l’efficienza e il risultato economico, spiega Leogrande ascoltato in Senato insieme al nuovo direttore generale. Il vero nodo della compagnia è lo “squilibrio patologico” tra costi e ricavi: ed è proprio su questa “ossessione quotidiana” che si concentrerà Zeni che punta a “creare i presupposti per risalire dal punto di vista della redditività”. Il lavoro però è appena agli inizi, spiega il manager, smentendo i rumor sul nuovo piano industriale (il lavoro è “appena partito”). Si è iniziato ‘aggredire’ la costruzione dell’orario, e i prossimi passi saranno quelli di “tenere sotto controllo gli indicatori di performance industriali, come produttività, risorse più costose, assieme alla componente della qualità del servizio”.
Accanto a questo, proseguiranno le interlocuzioni con i molti attori fattisi avanti negli ultimi anni. Sapendo che “un posizionamento pubblico rilevante” vedrebbe il favore anche di un eventuale partner industriale, proprio per la natura di servizio pubblico dell’azienda, fa notare più volte Leogrande. Il commissario è pronto a fare il giro anche delle 8 chiese per “rimettere in fila quella che può essere la compagine” per far uscire Alitalia dall’amministrazione straordinaria. Verranno ricontattate tra gli altri Lufthansa, Air France-Klm e Delta, con cui va rinegoziata l’alleanza transatlantica, per la quale Leogrande spera “a giorni di raggiungere un accordo di transizione fino a maggio”, per poi negoziare un “accordo più ampio”.
Resta in pista anche Fs, sulla quale tutti puntano in un’ottica di intermodalità per il Paese: Leogrande conferma di aver incontrato l’ad e spera di poter usare il percorso avviato nell’ultimo anno come “base di partenza”. Sullo sfondo resta l’ipotesi di costituire una newco, sulla falsa riga di quanto già fatto da Leogrande e Zeni con il risanamento di Blue Panorama.