Più cresce l'attesa per Etihad, più si intensificano le indiscrezioni sulle condizioni della compagnia araba per l'investimento in Alitalia: in particolare sui costi per i dipendenti, con la scure degli esuberi che potrebbero arrivare fino a 3.000 unità. Ma il Governo prova a rassicurare: al momento "non mi risultano", afferma il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, auspicando che il Piano congiunto Alitalia-Etihad non riduca ma anzi aumenti l'occupazione.
"Quando saranno pronti – ha spiegato Lupi in audizione al Senato – chiederanno un incontro al Governo. Mi auguro che avvenga nei prossimi giorni, in tempi utili perché si faccia un buon lavoro".
E mentre gira voce che la lettera d'intenti in cui Etihad fissa le proprie condizioni non arrivi prima di Pasqua, prendono forma i contenuti del documento su cui le due compagnie avrebbero iniziato la trattativa. E' probabile che solo dopo un'intesa di massima sui punti principali di questo documento, la compagnia araba presenti la propria manifestazione di interesse. Tra le condizioni più delicate c'è quella legata al taglio del costo del lavoro ma è possibile anche che si chieda un taglio degli stipendi (su questo la trattativa con i sindacati è stata sospesa in attesa che si concretizzasse l'accordo con Etihad). Su questo punto Alitalia intanto sta già procedendo: l'azienda ha infatti pronte le lettere per chiedere ai comandanti istruttori e controllori (circa 80 persone) di ridursi in via volontaria di circa il 20% l'indennità (che ammonta a 300-500 euro lordi).
Tra le principali richieste di Abu Dhabi, c'è anche la ristrutturazione del debito finanziario della compagnia italiana per almeno 400 milioni; oltre a interventi infrastrutturali in particolare per collegare Fiumicino con l'alta velocità. Il Piano dovrebbe poi prevedere un 'ridisegno' delle rotte con un taglio del medio raggio e un aumento dell'intercontinentale.