Alitalia, Lufthansa si tira fuori mentre Uil Trasporti punta a ingresso dipendenti nel capitale

Lufthansa non ha alcun interesse per Alitalia: la compagnia l’ha già detto qualche giorno fa e la situazione non è cambiata. Il vettore tedesco, chiamato in causa da indiscrezioni di stampa, torna ufficialmente a chiamarsi fuori dalla partita per la compagnia italiana. Anche se potrebbe trattarsi solo di tattica. Le carte verranno svelate tra un paio di settimane alla scadenza dei termini per le manifestazioni di interesse.

“Lufthansa non partecipa alle speculazioni dei media, e alle speculazioni dei mercati. Quello che posso aggiungere è che qualche giorno fa il ceo Carsten Spohr ha detto chiaramente che la nostra compagnia non ha alcun interesse per Alitalia. Ed oggi la situazione non è cambiata”, ha detto un portavoce in merito ad indiscrezioni secondo le quali il vettore tedesco avrebbe ingaggiato un advisor. Sul fronte dei potenziali partner, si continua a parlare anche di Fs, ipotesi che non viene esclusa da uno dei tre commissari, Enrico Laghi.

Nel frattempo il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda apre all’ipotesi di distribuire azioni di Alitalia di dipendenti rilanciata anche dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio: “sarebbe una cosa positiva”, ma “sarà una decisione che prenderanno gli investitori, per ora – chiosa Calenda – la cosa importante è che ci siano degli investitori”.

Intanto la Uil Trasporti ha unanimemente approvato le linee generali del Progetto “Certezze”, imperniato sull’ingresso dei lavoratori dipendenti nel capitale azionario dell’azienda e su una governance basata sul sistema duale tedesco come Lufthansa, consistente in un controllo della gestione dell’azienda attraverso un consiglio di sorveglianza dove siedono i lavoratori.

“A partire dai primi di giugno il sindacato conta di presentare il programma agli altri sindacati, ai commissari, al governo e alla politica”, ha annunciato il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi.

Il Progetto “Certezze” della Ulitrasporti si compone di 5 pilastri: certezza finanziaria mediante l’eliminazione dei sovra costi stimati in circa 300 milioni di euro (carburante, noleggi, manutenzione, sistema informatico); certezza del piano industriale con politiche commerciali più efficienti e investimento sul lungo raggio facendo altresì leva sulle risorse interne; certezza sul costo del lavoro per 3 anni mediante congelamento retribuzioni e recupero delle efficienze nella gestione del personale; certezza degli azionisti mediante l’ingresso dei lavoratori e dello Stato nel capitale azionario; certezza della governance con introduzione del modello di governance duale come realizzato nei principali concorrenti.

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