Si stringono i tempi per chiudere il dossier Alitalia. Fs ha due settimane di tempo per valutare di trasformare la manifestazione di interesse presentata venerdì scorso in offerta vincolante. Manifestazione di interesse che è stata presentata subito dopo che la società è stata tirata in ballo dal ministro dello sviluppo Luigi Di Maio per un ruolo “finanziario”. Una mossa necessaria per permettere alla società ferroviaria di accedere alla data room e analizzare al meglio il dossier. Ma che, se dovesse prevalere il modello disegnato dallo stesso Di Maio (con l’avvallo del premier Conte e di Salvini), potrebbe sfociare nella presentazione di una offerta vincolante entro fine mese, rispettando così la scadenza e garantendo la soluzione ‘nazionale’ indicata dal contratto di Governo.
Il nodo, tuttavia, resta politico. Sulla soluzione prospettata da Di Maio – la creazione di una newco con dentro il Tesoro (al 15% circa) e Fs, una dotazione di 2 miliardi e il ruolo di Cdp per finanziare il rinnovo della flotta – restano da sciogliere vari nodi, a partire da come sarà composta la newco, come avverrà l’intervento dello Stato e come si può convertire parte del prestito in equity restando nella cornice delle regole Ue. Ma oltre ai dubbi su un progetto ancora abbozzato, c’è anche la frattura interna al Governo, tanto che si ipotizza un vertice sul dossier.
Verrebbe rimandato invece ad una fase successiva l’ingresso del partner industriale internazionale, su cui Di Maio ha ricevuto “tantissime disponibilità”. Il lavoro più avanzato sarebbe quello con l’americana Delta, coinvolta già con il precedente governo nella cordata con Cerberus, Air France e EasyJet. In pista c’è anche la low cost inglese, che ha discussioni “in corso” e “continua ad essere interessata ad una Alitalia ristrutturata, come parte di un consorzio”, anche se precisa di non essere ancora a conoscenza delle decisioni del Governo sulla procedura di vendita. Si fa poi il nome di China Eastern, mentre non sarebbe completamente fuori Lufthansa.
Su tutta la vicenda resta vigile l’Ue, che ha in corso un’indagine sul prestito ponte e che ha chiesto a Roma di fornire chiarimenti anche sulla nuova lounge di Fiumicino, assieme all’acquisto di nuove uniformi: “se il prestito fosse dichiarato aiuto di Stato – avverte la commissaria alla concorrenza Vestager – quelle azioni saranno accuratamente valutate”. Intanto sul fronte del lavoro, il Ministero ha convocato i sindacati per venerdì 19 per discutere la proroga della cigs che scade il 31: sul tavolo la richiesta dell’azienda di nuova cassa per 1.570 dipendenti.