Alitalia, tavolo con sindacati per chiudere procedura cigs

Scaduto il termine per presentare le offerte vincolanti per l’acquisto del marchio Alitalia, sull’esito della gara vige il massimo riserbo mentre ancora una volta i dipendenti della ex compagnia di bandiera sono scesi in piazza per protestare contro il piano di Ita. La base d’asta per il marchio era pari a 290 milioni di euro, oltre Iva e oneri fiscali ai sensi di legge.

Nel caso l’asta sia andata deserta si passerà ad una seconda fase che aprirà ad offerte più basse. “Le offerte vincolanti per la seconda fase dovranno essere presentate dai soggetti ammessi entro tre giorni dalla ricezione della seconda lettera di procedura con la richiesta di offerte vincolanti per la seconda fase”, recita il bando di gara. E se anche la seconda fase dovesse andare deserta, “i commissari straordinari procederanno quindi alla cessione del brand senza vincoli procedurali nei confronti dell’operatore economico da essi individuato”.

Il brand sarà reso disponibile al vincitore della gara entro il 31 dicembre 2021. Ita decollerà il prossimo 15 ottobre con 52 aerei e con 2.800 dipendenti all’inizio, per poi salire a 5.750 lavoratori a termine piano nel 2025, contro i 10.500 della ex compagnia di bandiera. Prevista anche un’alleanza internazionale perché Ita non può sopravvivere da sola. E nelle ultime ore Delta ha avviato una “conversazione” con Ita per una possibile partnership, ma precisando che non ha interesse ad investire direttamente nella newco, riferiscono i media americani.

Ma proprio il piano industriale di Ita è al centro delle proteste dei lavoratori Alitalia, che da oltre un mese fanno sentire la propria voce nelle piazze di Roma e sotto la sua sede. Per oggi è in programma al ministero del Lavoro il tavolo con i sindacati per chiudere la procedura di Cigs fino al settembre 2023 per i lavoratori Alitalia che non saranno assorbiti da Ita.

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