Non c’è accordo sul finanziamento del piano di rilancio di Alitalia. Il CdA della compagnia è ancora aperto, ma c’è distanza fra i soci: Intesa e il partner industriale Etihad sarebbero pronte a finanziare la seconda fase del piano, messo a punto dall’ad Cramer Ball, ma Unicredit non avrebbe ancora sciolto le riserve.
Mentre Generali, sottoscrittore per 300 milioni di un bond da 375 emesso dalla compagnia, non essendo socio ma creditore, non ha nessun obbligo verso Alitalia.
Intanto dalla Germania arrivano voci secondo cui James Hogan starebbe per lasciare la carica di ad di Etihad Airways. Una notizia che potrebbe avere delle ripercussioni sul piano di rilancio dell’ex compagnia di bandiera.
Intanto, nei giorni scorsi, il consigliere delegato di Intesa SanPaolo, Carlo Messina, ha confermato che la banca è ‘pronta a erogare credito’ sui progetti industriali con partner industriali che decidono di investire nella compagnia. Etihad, invece, che non può procedere da sola ad un aumento di capitale per non superare la soglia del 49%, che farebbe perdere ad Alitalia i diritti di volo nell’Ue, dovrebbe effettuare un’operazione sul patrimonio accollandosi circa 216 milioni di euro di debiti.
Oggi Alitalia dovrebbe incontrare i sindacati proprio sul piano di rilancio e sul nodo degli esuberi. Incontro che in un primo momento era previsto per lunedì scorso ma poi rimandato in attesa del CdA, che deve appunto varare il piano. I numeri che circolano parlano di un possibile impatto che oscilla tra 600 e 2.000 persone coinvolte tra mancati rinnovi di contratti, esternalizzazioni ed esuberi veri e propri.