Alitalia chiede altri 40 milioni di risparmi sul costo del lavoro. Ma i sindacati frenano, pretendendo che prima si concretizzi l'arrivo di Etihad: con l'accordo sugli esuberi i lavoratori hanno già garantito sacrifici per oltre 80 milioni e quindi ora, prima di valutare ulteriori interventi, i sindacati chiedono certezze e scenari solidi. E' questo l'esito dell'incontro di lunedì per avviare il confronto sul costo del lavoro, che è proprio una delle condizioni (insieme alla rimodulazione del debito) chieste da Abu Dhabi per l'investimento in Alitalia.
I sindacati sono tornati al tavolo con l'azienda per riprendere la trattativa sul costo del lavoro dopo l'accordo del 14 febbraio scorso sugli esuberi. Con quell'intesa, che prevede di gestire 1.900 esuberi con cigs a rotazione e contratti di solidarietà, si coprono infatti due terzi (circa 84 milioni) dei 128 milioni complessivi di tagli al costo del lavoro previsti dal Piano industriale di Gabriele Del Torchio. I restanti 40 milioni l'azienda intende raggranellarli attraverso una riduzione degli stipendi, nello specifico si parla delle fasce alte sopra i 40 mila euro annui, ovvero dirigenti e piloti.
Ma di fronte alla richiesta da parte dell'azienda di ottenere altri 40 milioni di risparmi intervenendo sulle retribuzioni, i sindacati hanno messo le mani avanti. E frenano anche le associazioni professionali di piloti e assistenti di volo, direttamente interessati dai possibili tagli alle retribuzioni.
Intanto con la compagnia degli emirati prosegue il lavoro sulla due diligence, che dovrebbe concludersi entro la metà di marzo. Per la chiusura dell'intera operazione Del Torchio ha indicato l'orizzonte di un paio di mesi.