"Su Alitalia Bruxelles interviene quando si sa cosa succede, io nel 2008 intervenni solo dopo che il piano fu notificato alla Commissione, l'importante è che tutto avvenga nel rispetto delle regole di mercato: se Poste rispetta le regole non è discriminante se è pubblica o privata, se l'operazione è fatta a prezzi di mercato non è aiuto di Stato". Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani.
Ieri, intanto, vertice a Palazzo Chigi sul destino di Alitalia. Nelle stanze del Governo, il presidente Roberto Colaninno, insieme all'amministratore delegato di Poste, Massimo Sarmi, ed al direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè', si sono incontrati con il consigliere economico di Letta, Fabrizio Pagani, ancora fresco del viaggio negli Emirati Arabi, dove, come ha spiegato nei giorni scorsi Pagani stesso, "abbiamo parlato di investimenti, ma nel senso più ampio possibile".
Inoltre l'assemblea di Poste Italiane ha dato il via libera al cambio dello statuto sociale, per includervi anche il trasporto aereo, aprendo così la porta all'adesione all'aumento di capitale. Operazione che sarebbe però subordinata all'arrivo di un nuovo partner in sostituzione dei francesi, che versi la quota di loro spettanza e consenta a Poste di chiudere con i 'suoi' 75 milioni di euro l'aumento di capitale, per ora fermo a 136 milioni di euro.
La pista privilegiata è quella che conduce ad Etihad, che potrebbe vantare le maggiori sinergie con Alitalia, in grado da funzionare come ponte d'appoggio sull'Europa. Ma restano ancora diversi punti da chiarire, come il piano di ristrutturazione varato dal gruppo.