Alitalia: Ue apre indagine, ma non blocca i 300 mln

Camera approva decreto su prestito ponte. Per Police non è aiuto di stato

La Commissione europea, come da attese, ha deciso di aprire un’indagine sui 300 milioni versati dallo Stato italiano nelle casse di Alitalia, originariamente erogati come prestito-ponte dal governo Prodi, poi trasformati in patrimonio netto della compagnia aerea dal governo Berlusconi. Il sospetto di Bruxelles è che si tratti di un aiuto di Stato illegale, incompatibile con le regole del mercato comune. Ma la cifra erogata non verrà per ora bloccata e potrà tranquillamente essere utilizzata per tutta la durata dell’inchiesta. Intanto la Camera, quasi in concomitanza con la decisione dell’esecutivo europeo, ha approvato con 278 sì e 255 no il decreto legge sul prestito ponte ad Alitalia. Il provvedimento tornerà adesso al Senato. E al quartier generale della compagnia di bandiera si mostra tranquillità per l’indagine aperta da Bruxelles. "Sia l’intervento del passato governo sia quelli adottati per decreto d’urgenza dall’attuale gabinetto sono compatibili con il diritto comunitario", assicura il presidente della compagnia Aristide Police. "Ritengo che l’intervento su Alitalia non sia affatto un aiuto – spiega – ma è un prestito con scadenza e tassi di interesse, peraltro salati. Non a caso si chiama prestito ponte, perché serve per il raggiungimento di una sponda che stiamo perseguendo con convinzione, grazie anche all’importante advisor che il governo ha scelto per completare il processo di privatizzazione", cioè Intesa SanPaolo.
editore:

This website uses cookies.