Un consiglio d’amministrazione ridotto al minimo quello previsto da Alitalia per venerdì 19 gennaio dopo che ieri si è dimesso Gabriele Checchia a causa dell’attuale impegno di ambasciatore in Libano. Ai lavori, quindi, parteciperanno solo in tre, ovvero il presidente e amministratore delegato Giancarlo Cimoli, il numero uno di Air France, Jean Cyril Spinetta e il rappresentante dell’azionista Tesoro, Giovanni Sabatini. Intanto i sindacati confermano lo sciopero previsto per lo stesso venerdì avvertendo che la protesta “non durerà solo un giorno”. In un lungo comunicato che, sotto forma di volantino, sarà distribuito a tutti i lavoratori, i sindacati hanno sottolineato che “proseguono le scelte sbagliate” da parte dell’azienda, che è “fermo l’adeguamento all’inflazione dei contratti di lavoro scaduti nel 2001” e che “l’esecutivo assiste, senza intervenire, al continuo peggioramento dei conti che porterà la compagnia in condizioni disperate all’appuntamento della privatizzazione”. Sul fronte dei potenziali acquirenti, prende corpo l’interesse degli imprenditori veneti. Così mentre il presidente della Confindustria del Veneto, Andrea Riello, auspica che “il Governo non ne faccia una low cost” perché “può essere ancora uno strumento per il Paese” che “non può che interessare agli imprenditori”, il presidente degli industriali trevigiani, Andrea Tomat (Lotto) afferma: “si sente troppo parlare di fondi di investimento stranieri, e noi del nordest con orgoglio potremmo fare la nostra parte” anche se “le cordate si basano su accordi che hanno bisogno di una compatibilità alchemica”.