Il puzzle Alitalia resta incompleto. Il board di Fs, da 13 mesi capofila della cordata per la nuova Alitalia, si è riunito per fare il punto sulla posizione dei partner coinvolti nelle trattative: Delta ha “confermato la disponibilità a partecipare all’equity” con 100 milioni per una quota del 10%; Lufthansa nell’ultima lettera trasmessa ha “prospettato la disponibilità ad un accordo commerciale, ma non ad un ingresso immediato nell’equity”; infine Atlantia, pur restando disponibile a proseguire il confronto, non vede ancora realizzate le condizioni per l’adesione al progetto. Alla luce di tutto questo, nonostante non siano “ancora maturate le condizioni necessarie” per il consorzio, le Fs confermano “l’impegno e la disponibilità a proseguire le negoziazioni” e attendono le valutazioni dei commissari su come procedere.
La strada tracciata sembra quella di una nuova proroga. La possibilità di un “minimo” slittamento è stata già ipotizzata nelle scorse settimane dai commissari in audizione alla Camera, fermo restando l’obiettivo di chiudere entro il primo trimestre del 2020. E anche il ministro dello sviluppo Patuanelli ha fatto capire che l’orientamento potrebbe essere questo: va mantenuto fisso “il closing entro marzo”, poi, “il fatto che ci sia una fase che si restringe tra il signing e il closing ci può essere, se si restringe quella fase per allungare la fase da oggi al signing”.
Patuanelli intravede anche dei margini nelle trattative con Delta e Lufthansa: i tedeschi, chiedono cose che si possono ottenere, devono “forse fare un piccolo sforzo iniziale e cioè compartecipare all’equity da subito, ma anche la proposta di Delta” è positiva, “con piccoli accorgimenti interessanti. Credo manchi quel quid in più che cercheremo creare nelle prossime ore”.