Bianchi: “Difendere Alitalia dalle low cost”

Secondo il ministro, troppi scali in Italia e controlli insufficienti

Difendere Alitalia dalle low cost. E’ quanto intende fare il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. “Abbiamo troppi aeroporti, e non ci sono regole precise sulle compagnie low cost. Chiunque ha un aereo e due equipaggi apre una linea. Ma i controlli non sono sufficienti” dice il ministro in una intervista all’Espresso. “Peccato – aggiunge – che questo il passeggero non lo sappia: sa solo che paga 15 euro per andare a Londra e va. Se si trattasse davvero di operazioni a carattere imprenditoriale, niente da dire. Ma nella maggior parte dei casi non è così. Le società aeroportuali pagano per attirare le compagnie. E quasi sempre si tratta di soldi pubblici”. Una stretta sulle compagnie a basso costo può rappresentare “un aiuto ad Alitalia, che finora è stata danneggiata dalle low cost? Non lo nascondiamo – risponde il ministro. La Francia non si è fatta scrupoli a sostenere la sua compagnia di bandiera. Noi pensiamo che Alitalia sia un asset del paese: vogliamo che torni quello che era”. Sulla crisi della compagnia di bandiera, dice Bianchi, con le organizzazioni sindacali è necessario “fare un discorso franco: se Alitalia si è salvata finora è perché negli anni lo Stato ci ha messo soldi su soldi, 5 miliardi in tutto, una cifra enorme. Ma cosa è successo nel sindacato? Che ognuno ha coltivato il suo orto. Ebbene: la ricreazione è finita”. La riforma del trasporto aereo, aggiunge Bianchi, prevede nuove regole per le concessioni aeroportuali e per gli slot dei voli. “Oggi tutti possono fare quello che vogliono. Sembra una grande libertà ma non lo è. Non si tratta di eliminare degli aeroporti, ma di stabilire cosa possono fare”.

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