easyJet si prepara all’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. “Quando accadrà – ha detto Frances Ouseley, direttore easyJet per l’Italia – il requisito minimo di easyJet per operare sarà un accordo bilaterale tra la Gran Bretagna e l’UE che permetta alle compagnie aeree britanniche di volare in Europa e alle compagnie aeree europee di volare in Gran Bretagna”.
“Per quanto ci riguarda manterremo il certificato di operatore aereo inglese – ha aggiunto, confermando che il vettore si assicurerà il mantenimento dei propri diritti di volo nell’UE prima dell’uscita della Gran Bretagna – ma stiamo ne creando un altro europeo”. A questo proposito Ouseley ha spiegato che la sede europea sarà scelta “in un Paese che riconosce l’inglese come lingua formale”. La nuova registrazione dei 110 aeromobili nella nazione Ue che sarà scelta costerà alla compagnia 10 milioni di euro.
4 mila dipendenti sono già basati all’interno dei 27 Paesi europei e costituiranno le basi per le operazioni all’interno della Ue. I restanti 6 mila dipendenti resteranno impiegati in Gran Bretagna e in Svizzera. La compagnia avrà tre COA (Certificato di Operatore Aereo) in futuro – uno britannico, uno svizzero e uno europeo – che tuteleranno l’attuale network di collegamenti. Il quartier generale di easyJet resterà a Londra Luton e easyJet plc resterà quotata alla Borsa di Londra. “La compagnia con COA europeo per operare in UE deve essere di proprietà UE – ha concluso Ouseley – ma questo non è un problema per easyJet in quanto il 49% dei suoi azionisti è europeo”.