Aeroflot è stata condannata dal tribunale distrettuale di Mosca a risarcire una sua hostess per discriminazione sul lavoro. La donna è stata accusata di non essere abbastanza agile e scattante come l’aviolinea vorrebbe e quindi relegata ai soli voi interni con conseguente danno in busta paga. Il tribunale ha ribaltato la precedente sentenza di primo grado che aveva rigettato il ricorso presentato da Evgenya Magurina, assistente di volo 41enne. “Ci hanno fotografate tutte e ci hanno preso le misure, alcune di noi sono state addirittura pesate – aveva denunciato Magurina – Ci hanno lasciato solo i voli interni, notturni e quelli di mattina presto”.
Aeroflot, nelle sue linee guida, aveva infatti disposto come preferenze “nell’assunzione e nell’impiego” di hostess e steward la necessità di poter indossare divise comprese tra “42-48” per le donne e “46-54” per gli uomini. Le hostess discriminate si sono così riunite nell’autoproclamato movimento STS (anziane, cicciottelle e brutte) e hanno presentato ricorso.
La compagnia di bandiera si era difesa motivando le sue scelte con ragioni di servizio: gli assistenti di volo devono poter muoversi con agio nei corridoi, non urtare i passeggeri e, per quanto possibile, essere di bell’aspetto poiché è questo che desiderano i clienti. In più vi sono ragioni economiche: stando ai calcoli della compagnia ogni chilo aggiuntivo rispetto alla forma ‘ideale’ stabilita dall’aviolinea costerebbe infatti all’azienda circa 10 euro all’anno.
La corte d’appello ha però dato ragione a Magurina: tali linee guida ledono i diritti costituzionali oltre che le norme del codice del lavoro. E così ha ordinato ad Aeroflot di pagare i danni morali e materiali alla sua hostess.