Dossier Ita nelle mani del nuovo governo, prossima settimana incontro con Certares e Delta

Sarà il nuovo governo, quello che uscirà dal voto di domenica, a gestire il dossier Ita Airways. Solo la settimana prossima sono infatti attesi dagli Stati Uniti alcuni emissari di Delta per partecipare ad un incontro tra la stessa Ita e Certares nell’ambito della trattativa esclusiva in corso tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il fondo Usa per la vendita del 50% più un’azione della newco, mentre per questa settimana non è previsto alcun incontro. Per cui è improbabile che un accordo si possa chiudere entro sabato, anche se l’attuale governo non si era dato una scadenza vera e propria.

L’arrivo a Roma di rappresentanti di Delta lascia intendere che la compagnia americana ha un coinvolgimento diretto nel negoziato oltre ad essere un partner commerciale, insieme ad Air France-Klm, di Certares che si è aggiudicato la trattativa esclusiva per Ita a discapito di Msc-Lufthansa. Il colosso Usa, che ha avuto l’accesso alla data room della newco, ossia la stanza virtuale con tutti i documenti, conti e dati riservati, dovrebbe rilevare una quota del 5% della nuova compagnia di bandiera. Da un punto di vista strategico la presenza di Delta nella cordata guidata da Certares spalanca a Ita le porte verso il ricco e più redditizio mercato nord-americano. Punto, questo, che avrà giocato un ruolo significativo nello spingere il Mef, azionista unico della newco, a selezionare il fondo Usa per la trattativa in esclusiva volta alla vendita di Ita.

Da quello che trapela il piano industriale di Certares “è coerente” col precedente piano Lazzerini (amministratore delegato di Ita) e anche “migliorativo” con un grande focus sulle assunzioni ed un incremento nel numero degli aerei, a 80 nel primo anno e poi a 120 nel 2024, proprio per rafforzare le rotte a lungo raggio, in particolare quelle per gli Stati Uniti e il Canada. Lo scalo romano di Fiumicino avrebbe poi un ruolo centrale, come terzo hub dell’Europa continentale, insieme ad Amsterdam e Parigi.

Da un punto di vista della governance, con una quota corposa in mano, il Tesoro manterrebbe due membri su cinque nel cda, potrà esprimere il presidente di Ita ed esprimere il proprio gradimento sul futuro amministratore delegato della compagnia.

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