Etihad dice sì, in vista 2.500 esuberi per Alitalia?

La lettera di Etihad è finalmente arrivata. Dopo due settimane di attesa, Alitalia può tirare un sospiro di sollievo. Il cda si riunirà venerdì, per un incontro che, già in programma per deliberare la convocazione dell'assemblea sul bilancio 2013, ha ora un nuovo ordine del giorno con al primo punto l'esame del via libera di Etihad.
Nella lettera, sono contenute le ultime richieste, "criteri e condizioni" posti da Abu Dhabi per entrare in Alitalia con una quota appena sotto il 50% (nel rispetto dei vincoli Ue), ed un investimento che si avvicinerà ai 600 milioni.
Il sì di Etihad significa che a questo punto, limature ed ultimi nodi, a partire da debito e esuberi, impegneranno i manager delle due compagnie e gli advisor ancora per circa un mese, ma ormai non dovrebbero più esserci insidie alle nozze.
Intanto le due compagnie sembrano anticipare i tempi del dossier dell'operazione societaria debuttando come partner con l'annuncio di una alleanza commerciale in vista di Expo2015: un programma turistico di tariffe agevolate, "Italiani nel Mondo – Made of Italians", presentato in 14 ambasciate e consolati in occasione della festa della Repubblica.   
Tra le questioni più spinose, quella degli esuberi su cui si è pronunciato oggi il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: gli esuberi stimati in Alitalia per la fusione con Etihad sono "tra i 2.400 e i 2.500, almeno dalle risultanze pubbliche". "Poi – ha aggiunto – si dovrà vedere quando ci sarà la discussione di merito tra le parti". Il ministro ha quindi ricordato che "il confronto parte sotto la regia del ministero delle Infrastrutture e noi siamo a disposizione per la parte che ci compete sugli ammortizzatori sociali". Poletti ricorda infine che "il tema degli ammortizzatori ha situazioni diverse, c'è il personale di terra e di volo, poi c'è il piano precedente, ancora in piedi, con un nucleo di persone in cassa integrazione a zero ore". Per queste ultime "bisognerà riconsiderare tutta la situazione". Dal canto loro, i sindacati hanno deciso di stare ad aspettare: "Noi non possiamo che comportarci in modo razionale. Vogliamo vedere il progetto industriale della nuova compagine. Quando saremo in grado di capire se l'azienda ha un futuro e quali conseguenze può avere sull'occupazione ovviamente daremo il nostro parere" ha detto il segretario Uil Luigi Angeletti.
Dello stesso avviso anche il segretario Cgil, Susanna Camusso: "finché non avremo preso visione del piano industriale non faremo alcun commento".
Ma una nota polemica arriva già dalla Onlit: l'operazione Alitalia-Etihad risponde alla "stessa logica usata 7 anni fa per la fallimentare privatizzazione, che ha dato luogo alla nascita di Alitalia-Cai". Secondo il presidente Dario Balotta, "accettando le condizioni di Ethiad, lo Stato si accolla tutti i costi della fusione con nuovi interventi protezionisti che si possono configurare come aiuti pubblici" e fanno tornare alla mente "gli oltre 3 miliardi di risorse pubbliche, tra debiti e ammortizzatori sociali" impiegati per la precedente operazione. "Con 24 milioni di passeggeri – ha sottolineato Balotta – pari al 17% di un totale 144 milioni serviti nel Paese, Alitalia è sempre più marginale, ma i suoi costi crescono e vengono sempre più addossati sui contribuenti".

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