Sembra che il disastro aereo in cui è rimasto coinvolto il velivolo TranAsia, precipitato in un fiume subito dopo il decollo da Taipei lo scorso 4 febbraio, sia stato dovuto a un errore umano. Dopo l’incidente, in cui sono morte 40 persone, infatti, i piloti della compagnia asiatica hanno effettuato una serie di test e simulazioni per verificare come si sarebbero comportati in un’analoga situazione di guasto al motore.
Dalle prime indagini è emerso che entrambi i motori dell’aereo non erano in funzione al momento dell’incidente, a causa di un arresto della combustione del primo (flameout) e dello spegnimento manuale del secondo, che non è stato più possibile riattivare. Ma gli aerei possono volare anche con un solo motore in funzione e dunque non è ancora chiaro il motivo per cui i piloti abbiamo deciso di spegnere pure il secondo, quello funzionante. La responsabilità sarebbe quindi imputabile all’errore umano.
Non sorprende dunque la decisione di TranAsia di cancellare decine di voli ed avviare un percorso di esame e di formazione per i propri piloti. Tra le prime sanzioni ai danni della compagnia aerea, c’è il divieto di accedere a nuove tratte per un anno.