Gli effetti della pandemia continuano a pesare su Lufthansa che registra una perdita netta record di 1,49 miliardi di euro nel secondo trimestre dell’anno. E con questi risultati il taglio dei posti di lavoro, anche in Germania, non si può più evitare, fa sapere il Ceo Carsten Spohr che annuncia anche di stare valutando per la sua divisione Lufthansa Technik una Ipo (Offerta pubblica iniziale) o trovare un partner.
Nei primi sei mesi del 2020 la perdita cumulata, si legge in una nota, è di 3,6 miliardi di euro nonostante il contenimento dei costi. In questo periodo si è registrato infatti un drastico crollo dei passeggeri (23,5 milioni di passeggeri, due terzi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) e la riduzione delle spese in conto capitale non è bastata. Secondo il gruppo i rimborsi per i voli cancellati pesano per poco meno di un miliardo e riguardano circa 1,8 milioni di viaggiatori.
“Viviamo una cesura nel trasporto aereo globale” ha detto Spohr e per far fronte a questo nuovo scenario, molto più che una temporanea turbolenza, la flotta del gruppo sarà ridotta definitivamente di almeno 100 aeromobili e i costi dovranno scendere del 15% entro il 2023. Lufthansa ricorda di aver varato un ampio programma di ristrutturazione denominato ReNew, che include anche il programma già in corso presso le compagnie aeree e le società di servizi, oltre al taglio di 22.000 posti di lavoro a tempo pieno in tutto il gruppo Lufthansa. Diversamente dal passato stavolta le riduzioni riguarderanno anche Deutsche Lufthansa, che attualmente occupa 11.000 dipendenti. In Germania è possibile che cadranno mille posti di lavoro. Il gruppo al 30 giugno scorso contava 129.400 dipendenti, circa 8.300 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le previsioni per il futuro sono a lunga scadenza: “prima del 2024 non contiamo su una ripresa della domanda ai livelli precedenti” ha detto Spohr.