A due anni dalla privatizzazione e il passaggio alla cordata guidata da Colaninno, in Alitalia torna lo spettro degli esuberi. La compagnia starebbe studiando un piano di ridimensionamento del personale da attuare entro dicembre, che potrebbe coinvolgere circa 1.200-1.400 dipendenti, ai quali andrebbero aggiunti i contratti di 600 precari da non rinnovare. Lo ha scritto ieri il Corriere della Sera e l'azienda "non ha confermato". Un'ipotesi che lascia interdetti i sindacati, i quali si dichiarano senza informazioni al riguardo, attendono informazioni dalla compagnia e chiedono, se le voci fossero confermate, l'apertura di un immediato confronto.
Secondo i documenti citati dal quotidiano il numero dei dipendenti scenderebbe così dai 14.000 attuali ai 12.600 "ai livelli previsti dal Piano Fenice". Il tema, pur senza parlare di esuberi, sarebbe stato trattato in una convention con 400 dipendenti tenuta ad inizio settembre della quale sarebbe stato anche riportato un resoconto, poi cancellato ('era un refuso', dicono in Alitalia secondo il quotidiano), sul sito intranet della società. Del ridimensionamento – secondo l'articolo – c'é traccia anche in alcune slide della convention che illustrava azioni finalizzate ad un risparmio finale di 108 milioni nel secondo semestre dell'anno, sotto la voce 'vendita servizi manutenzione e materiali'. Su questo l'azienda, è scritto, ammette che 'alcune esternalizzazioni verranno effettuate negli scali periferici'.