Ora le compagnie chiedono di cambiare norme sui rimborsi

Un regime di responsabilità più chiaro su ritardi e cancellazioni e stop alle compensazioni fisse: le compagnie aree europee vanno in pressing su Bruxelles per riformare le regole (direttiva 261) sui rimborsi ai passeggeri in caso di cancellazione del volo o di ritardo prolungato.

Secondo le regole attuali, i vettori sono esenti dal rimborso soltanto se il ritardo o la cancellazione è riconducibile a “circostanze straordinarie”, definizione sulla quale non vi è tuttavia consenso. Per questo molte dispute finiscono davanti ai tribunali nazionali e poi alla Corte di giustizia Ue.

“Al momento abbiamo solo una cattiva legge. Il requisito minimo sarebbe” stabilire “in modo chiaro le caratteristiche fondamentali del regime di responsabilità”, ha spiegato il responsabile aviazione dello studio legale internazionale Oracle Solicitors, Harry Snook, rilanciato dalla lobby industriale di Bruxelles Airlines for Europe (A4E), evidenziando che “non ha alcun senso per le compagnie che operano voli commerciali ritardare o cancellare i voli inutilmente” e tutto questo “genera contenziosi inutili”. Tra le richieste dei vettori anche quella di riformare le modalità di compensazione, legandola al costo dei biglietti invece di elargire una cifra fissa.

La Repubblica Ceca, che dal 1 luglio guida la presidenza semestrale Ue, ha segnalato l’intenzione di rilanciare la discussione, ma trovare un compromesso tra l’interesse dei consumatori e quello delle compagnie non sarà semplice. I lavori proseguiranno molto probabilmente durante la presidenza Ue di turno della Svezia, al via il 1 gennaio 2023.

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