A pochi giorni da Ferragosto, Ryanair si trova costretta ad affrontare lo sciopero più importante della sua storia: i piloti di Belgio, Irlanda, Svezia e Germania domani, venerdì 10 agosto, non voleranno. La mobilitazione più significativa è l’ultima, quella annunciata ieri dal sindacato tedesco, che ha indetto uno stop dei voli per 24 ore, dalle 3.01 di venerdì alle 2.59 di sabato, solidarizzando con il personale degli altri Paesi, che avevano già lanciato la protesta.
Un vero disastro per migliaia e migliaia di turisti – 55 mila gli utenti coinvolti in Germania – che stanno preparando le valigie in queste ore, per andare finalmente in vacanza.
Alla decisione della sigla nota come “Cockpit”, che riguarderà 12 scali in Germania, la dirigenza del gruppo ha reagito cancellando 250 voli. Insieme ai 146, di cui aveva annunciato l’annullamento nei giorni scorsi, si arriverà dunque a quasi 400 voli disdetti su scala europea.
“I passeggeri potranno rinviare la partenza, cambiando la prenotazione senza pagare alcun sovraprezzo, o farsi restituire l’importo del biglietto”, è stato spiegato dalla compagnia che, in conferenza stampa a Francoforte, si è mostrata delusa della decisione del sindacato tedesco. Altri risarcimenti non saranno possibili, dal momento che Ryanair non si sente responsabile delle cause della protesta.
“Questo sciopero non è necessario ed è ingiustificato”, ha affermato Kenny Jacobs, capo marketing del gruppo che ha provato a rassicurare i passeggeri spiegando che “l’85% dei voli su base europea Ryanair sarà confermato”.
“Con 40 ore di preavviso, a metà agosto, l’unico effetto è rovinare le vacanze di migliaia di famiglie che non hanno alcuna colpa”, ha fatto eco Peter Bellew, altro dirigente della low cost, il quale ha anche sottolineato che i piloti tedeschi guadagnano 190 mila euro all’anno: stipendi ritenuti soddisfacenti dalla società.