Dopo le speculazioni, le voci, le indiscrezioni, le prese di posizione, sulla vicenda Alitalia scende in campo l'amministratore delegato, Andrea Ragnetti, per difendere con rabbia l'azienda e i dipendenti, finiti nel tritacarne della "propaganda pre-elettorale", una sorta di "rumore di fondo" che va "ignorato". Ragnetti sceglie la formula della lettera ai dipendenti sulla rete Intranet aziendale per descrivere tutto il suo dispiacere per le mille indiscrezioni che si rincorrono sui giornali in vista della scadenza del lock up che vincola i soci fino al 12 gennaio.
"Cari colleghi – scrive l'ad – purtroppo nelle ultime due settimane avete letto di tutto sulla nostra azienda sui giornali italiani. Le speculazioni più improbabili su variazioni nel nostro azionariato, insinuazioni pesantissime sullo stato dei nostri conti e sulla sostenibilità economica di Alitalia, critiche di vario genere alle scelte strategiche aziendali, corredate di improbabili e spesso dilettantesche analisi sulle 'cose da fare'. Mi sembra evidente che si voglia utilizzare il più possibile la nostra azienda a scopi propagandistici e di parte, anche alla luce del momento pre-elettorale".
Un vero e proprio polverone, insomma, del quale Ragnetti si dice "profondamente dispiaciuto", visto che oltre tutto "pochi si rendano conto di quanto Alitalia rappresenti un asset del paese, una impresa che dà lavoro a 14.000 persone, e che, attraverso il suo indotto, sostiene l'esistenza di oltre 50.000 famiglie in Italia". Un asset sul quale, "in questi quattro anni, nonostante una crisi violentissima, tanto è stato fatto e tantissimo si è investito". Ragnetti, infatti, difende il lavoro svolto ("Solo nel 2012, 13 linee aeree hanno dichiarato fallimento in Europa") e assicura che "l'andamento dei nostri risultati negli ultimi due trimestri è in linea con le nostre previsioni, ed in continuo miglioramento". Per questo invita il personale a "ignorare questo rumore di fondo" e a concentrarsi sul lavoro e sulle "prospettive di sviluppo".