Da novembre Ryanair ridurrà la propria attività negli aeroporti in Spagna: la low cost è infatti pronta a chiudere 15 rotte da Madrid Barajas e Barcellona El Prat – un terzo del totale – oltre a cancellare altre 46 connessioni in tutta la penisola. La decisione – spiega Michael O'Leary, ad della compagnia – risponde alla "folle decisione" del ministero spagnolo delle Infrastrutture di aumentare le tasse aeroportuali a partire dal 1 luglio.
Ryanair ha inoltre confermato la chiusura di 21 rotte e 32 tagli nelle Isole Canarie come conseguenza della riduzione del sostegno economico da parte del governo regionale. Resteranno così "appiedati" 2,3 milioni di passeggeri mentre sono a rischio 2mila posti di lavoro. Un colpo al quale "si potrebbe porre rimedio" ha spiegato O'Leary, se il governo invertisse il forte aumento delle tasse aeroportuali.
In Italia non saranno più operative sei rotte, quelle da Ancona, Bari, Cagliari e Verona verso Madrid, quella da Trieste per Barcellona e da Pisa verso Las Palmas. L'Adoc bolla la scelta di Ryanair come "assolutamente ingiusta, che penalizza i consumatori, il turismo e la produttività delle zone colpite".
"Ryanair penalizza ancora una volta i consumatori italiani – sottolinea il presidente dell'Adoc, Lamberto Santini – dopo l'aumento delle tasse aeroportuali in Spagna, scaricato sul costo dei biglietti con ricarico fino al 40% del prezzo, pari a circa 9 euro, la compagnia low cost irlandese ha deciso di cancellare sei rotte che collegano l'Italia alla Spagna. Una decisione assurda e incomprensibile che penalizza 200 mila passeggeri l'anno".
Per cui, aggiunge Santini, "auspichiamo una normativa europea che tuteli veramente il consumatore e il settore del turismo, visto che finora l'Ue si è dimostrata inadeguata a tutelare i diritti e gli interessi dei suoi cittadini: una decisione del genere, con forti ripercussioni sull'intero sistema turistico europeo, avrebbe dovuto essere vagliata e condannata dalle istituzioni europee".