Salvini: Alitalia resterà italiana. Approvano i sindacati

Alitalia tornerà ad essere italiana. Ad assicurarlo è anche il vicepremier leghista Matteo Salvini, che conferma la posizione espressa dal collega dei trasporti grillino Danilo Toninelli, ma senza sbilanciarsi sulla quota da riservare all’Italia e agli stranieri: “Non mi impicco a dei numeri, però ci vuole una pianificazione che metta al centro l’Italia”.

“Sul futuro – aggiunge Salvini – penso che ci siano tutti i margini perché la compagnia possa tornare a guadagnare. Poi se ci sono partner privati seri, tanto meglio. L’unica cosa che non permetteremo sarà lo spezzatino”. Una posizione che rafforza quella di Toninelli, che vuole voler tenere il 51% in capo all’Italia, insieme ad “un partner che la faccia volare”.

Uno scenario che incontra i timori del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia che chiede di non far pagare il costo ai cittadini ”proprio quei cittadini a cui fa riferimento il governo e il ministro in carico”.

Resta tuttavia da capire chi verrà coinvolto nella nuova partita: per il socio tricolore si ipotizzano la Cassa depositi e prestiti e le Fs (molto dipenderà dal possibile arrivo a breve di un nuovo ad); mentre per l’altro partner la ricerca sembra sia già stata allargata oltre le tre offerte sul tavolo (“stiamo attivando le interlocuzioni con tanti player”, ha detto il vice premier Di Maio).

L’Alitalia italiana comunque piace ai sindacati, seppur con qualche avvertimento. “E’ una cosa positiva ma insieme a questo vorremmo il mantenimento dell’attuale perimetro aziendale e dei livelli retributivi e un piano industriale sostenibile a 10 anni”, osserva la Filt Cgil.

La Uiltrasporti parla di orientamento “molto positivo”, ma avverte però come questo comporti anche delle responsabilità maggiori oltre a cospicui investimenti, soprattutto nella flotta.

Plaude infine la Fit Cisl, sostenendo che una “compagnia di bandiera forte produce effetti positivi a favore dell’intero Paese”.

Critico invece l’ex ministro dei trasporti Graziano Delrio, che vede nella mossa del Governo solo il tentativo di prendere tempo ma avverte come non ce ne sia ancora tanto a disposizione. Davanti ci sono poco più di tre mesi: la procedura è stata recentemente prorogata al 31 ottobre, mentre la restituzione del prestito al 15 dicembre. Per capire meglio le intenzioni del Governo si attende dunque il prossimo incontro il 27 luglio al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con i commissari straordinari. Che intanto in oltre un anno di amministrazione straordinaria hanno incassato buoni risultati: nei primi tre mesi dell’anno le perdite operative si sono dimezzate, a giugno i ricavi da traffico passeggeri hanno registrato un +10,6%, e si stima per il 2018 un fatturato oltre i 3 miliardi.

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