Il mercato degli eventi chiede a gran voce un confronto diretto con le istituzioni e per farlo ha scelto BTC, in programma fino a questa sera a Firenze. La richiesta è di una maggiore attenzione e nuove politiche strategiche per rilanciare l'Italia come destinazione per meeting e congressi e favorire lo sviluppo del turismo congressuale. Un comparto che nel 2013 rappresenta nel mondo il 25% del turismo, per un valore stimato intorno ai 1000 miliardi di dollari, che però nel nostro Paese non riesce ancora ad esprimere completamente il proprio potenziale (nonostante i 300.000 addetti ai lavori) e manca di un coordinamento nazionale.
Per mettere in contatto diretto operatori e mondo politico BTC ha organizzato l'Italian Politicians Forum, ricalcando il format inventato da Imex una decina di anni fa. E per i prossimi anni gli organizzatori già pensano a un forum ancora più di taglio politico, che diventi un momento di dialogo concreto tra la istituzioni e gli operatori.
L'Italian Politicians Forum è stata anche l'occasione per il confronto con destinazioni internazionali virtuose. Case history come quella di Amburgo, illustrata da Rolf-Barnim Foth, assessore Marketing e Turismo della regione metropolitana – che nel 2012 ha ospitato circa 200.000 partecipanti a meeting nazionali e congressi, con un alto potere d'acquisto e un volume d'affari generato di circa 107,5 milioni di euro. Matthias Schultze, managing director del German Convention Bureau, ha invece illustrato come è strutturato il bureau nazionale tedesco e come si rapporta ai convention bureau territoriali, un esempio di best practice che funziona e da cui l'Italia potrebbe mutuare qualche suggerimento.
Esistono esempi di successo anche nel nostro Paese, dove la collaborazione tra convention bureau e amministrazioni locali ha portato risultati notevoli e incoraggianti; come nel caso di Torino, dove il sindaco Piero Fassino ha deciso di scendere in campo e metterci la faccia in prima persona. Lo ha raccontato Marcella Gaspardone, manager del Convention Bureau di Turismo Torino e Provincia.
Sempre in tema di candidature, Sergio Chimenti, presidente del bid per il World Congress of Dermatology 2019, ha spiegato il percorso per candidare Milano all'appuntamento mondiale previsto tra 6 anni, che potrebbe portare in città circa 12mila delegati da tutto il mondo con una ricaduta di 200 milioni di dollari. L'Italia (con Roma) si è già candidata due volte a ospitare il congresso, ma ha perso a favore di Seoul e Vancouver.
Quantificare il valore economico generato dal comparto è essenziale per dare alla politica un biglietto da visita sulla base del quale si possano indirizzare investimenti e strategie di sviluppo: "Il modello di calcolo dell'impatto economico del congressuale è stato elaborato dall'Organizzazione Mondiale del Turismo, in collaborazione con ICCA, MPI e Reed Travel Exhibitions nel 2006 ed è stato adottato già da diversi paesi a livello nazionale – ha detto Pier Paolo Mariotti, meeting manager del centro congressi Eurac – cosa che l'Italia invece non fa".