Congressi in risalita nel 2015: bene hotel ma Sud resta ancora indietro

L’industria italiana dei congressi e degli eventi dà segnali positivi. Nel 2015 il numero dei meeting è cresciuto dell’11,5%, con un +15% delle presenze, facendo registrare circa 25 milioni di presenze, il 9,6% del totale di quelle degli alberghi. La dimensione però rimane local e resta penalizzato il Sud.   

A fotografare il settore è l’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-Oice, il progetto di ricerca, alla seconda edizione, promosso da Federcongressi&eventi (l’associazione della Meeting Industry italiana) e realizzato dall’Alta Scuola in Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Aseri) con il coordinamento di Roberto Nelli.   

Lo studio – condotto sulla base di un questionario online distribuito a 5.704 sedi per congressi ed eventi – mostra che congressi ed eventi promossi da associazioni, aziende e istituzioni hanno fatto la parte del leone, con l’87,2% (a fronte di un 5,7% di eventi culturali e di un 7,1% di altri eventi). Ma nel 60,8% degli eventi i partecipanti (relatori esclusi) erano della stessa regione.

Inoltre, la carenza di infrastrutture e la non sempre facile raggiungibilità continuano a penalizzare le regioni meridionali. Nonostante il Sud e le Isole abbiano registrato un +8,9% di congressi ed eventi, pari al 16,5% del totale, il Nord si conferma come l’area geografica più “attraente”. Il 56,1% degli eventi si è svolto nelle regioni settentrionali (+13,7%), il 27,4% al Centro (+8,7%).

Del resto, domanda e offerta procedono parallele: metà delle sedi è al Nord (52,8%) con Milano che dispone di 220 sedi; il 25,9% al Centro, con capofila Roma e Firenze; il 13,2% al Sud e l’8,1% nelle Isole.    

Infine, si rileva il ruolo centrale degli alberghi: nel 2015 il 79,8% degli eventi si è svolto negli alberghi congressuali (il 70,9% di tutte le sedi analizzate) che, però, non hanno realizzato una percentuale altrettanto elevata sia di partecipanti (il 58,6%) sia di presenze (58,9%). Seguono le dimore storiche (3,2% degli eventi) e i centri congressi e fieristico congressuali (3,6%).    Quanto al fatturato previsto per il 2016, quasi la metà delle sedi congressuali (44,7%) si è dichiarata ottimista su una probabile crescita, mentre il 42,8% ritiene che rimarrà invariato.

 

 

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