Decreto Riaperture: la rabbia dell’industria dei congressi e degli eventi

Medical mask and travel suitcase. Travel ban during the coronavirus epidemic.

Il Decreto Riaperture taglia per l’ennesima volta le gambe a un settore ormai allo stremo. Infatti dà il via libera a ristorazione e spettacoli dal 26 aprile e senza nessuna logica rimanda invece l‘apertura delle fiere al 15 giugno e quella dei congressi al primo luglio. Il Decreto non solo discrimina nuovamente la filiera dei congressi e degli eventi rispetto ad attività assimilabili ma dimentica completamente gli eventi

La grave denuncia sostenuta da una lettera al presidente del consiglio Mario Draghi e al Consiglio dei Ministri arriva dai portavoce di #Italialive, l’iniziativa che riunisce le associazioni del  comparto: “Ci dovete spiegare: qual è la differenza tra un meeting di 200 persone e una proiezione cinematografica per lo stesso numero di partecipanti? Ci dovete spiegare: qual è la differenza tra una cena al ristorante o un banchetto di nozze? Le fiere riaprono il 15 giugno mentre i congressi e i convegni devono aspettare il primo luglio. È questa la prima e incomprensibile incongruenza del Decreto. Altra incongruenza del Decreto Riaperture è la mancata data di ripartenza per eventi aziendali e formativi, eventi privati e matrimoni. Eventi che si possono svolgere con le medesime modalità di una cena al ristorante restano fermi al palo. Anche i meeting, facilmente assimilabili al comparto dei Cinema e Teatri, non sono permessi. Eppure gli eventi garantiscono un controllo assoluto dei partecipanti, a partire dalla fase di preparazione fino alla conclusione”.

“L’attenzione del Governo sembra spostata su settori che hanno manifestato il proprio dissenso con modalità ai limiti della violenza. Il nostro comparto ha invece sempre cercato un dialogo costruttivo e propositivo”, commenta Salvatore Sagone, presidente del Club degli eventi e della Live Communication e portavoce nei rapporti con i media di #Italialive.

“Siamo veramente esausti, e non solo perché dopo oltre un anno di fermo totale vediamo le nostre aziende sempre più a rischio chiusura ma perché il Governo non sembra ancora aver capito quanto il nostro comparto sia fondamentale per la ripresa dell’economia interna e per promuovere all’estero il Made in Italy. Auspico che da parte del Governo ci sia un’immediata e definitiva presa di consapevolezza di tali gravi incongruenze e che, quindi, vi ponga rimedio nel Decreto in uscita”, aggiunge Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi e portavoce dei rapporti istituzionali e politici di #Italialive.

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