Il settore italiano dei congressi e degli eventi gode di buona salute, ma non basta. La sfida ora è rendere più appetibile il Paese nei mercati internazionali quale sede di eventi. Un urgenza emersa durante la tavola rotonda “Idee, opinioni e strategie” che ha visto confrontarsi la presidente di Federcongressi&eventi Alessandra Albarelli, il direttore esecutivo dell’Enit Giovanni Bastianelli, il sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dorina Bianchi e l’amministratore unico di Fiera Roma Pietro Piccinetti al termine della presentazione dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE.
Per Bastianelli, “promuovere efficacemente l’Italia significa presidiare in maniera efficace le fiere internazionali di settore e tutti gli altri momenti di promozione all’estero e in Italia. Per farlo organizzeremo e selezioneremo l’offerta con il contributo indispensabile delle realtà pubblico/private dei convention bureau”.
A dare manforte è il Mibact perché, sottolinea Bianchi: “il ministero crede molto in questo settore per il quale sono previsti 30 anni di crescita costante. Tra le azioni che mettiamo in campo c’è la possibilità di utilizzare il nostro patrimonio museale per gli eventi, con tutti gli accorgimenti rispetto al luogo e agli spazi che vanno salvaguardati. I dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi indicano che i musei sono location per eventi sempre più richieste e noi siamo pronti ad aprirli agli organizzatori, consapevoli sia del forte richiamo che esercitano sia di quanto un evento svolto in un museo è un potente strumento di promozione”.
Internazionalizzazione è la parola d’ordine anche di Pietro Piccinetti: “Per essere sempre più competitivi a livello globale nel comparto stiamo lavorando per destinare costantemente 2 dei nostri padiglioni a convention, congressi e meeting”.
Bene gli interventi per accrescere l’appeal internazionale dell’Italia ma l’industria dei congressi e degli eventi chiede di più per essere sempre più competitiva. “La disponibilità dell’Enit e del MIBACT risponde alle richieste del nostro settore che, però, non si esauriscono qui”, precisa Alessandra Albarelli. “Gli operatori della meeting industry nel tempo hanno investito e continuano a farlo in professionalità e competenze. Per questo puntiamo a rafforzare il dialogo con le Università e i centri di ricerca, con il mondo della sanità dialogando con le istituzioni pubbliche e private. Se vogliamo essere un Paese attrattivo anche per congressi internazionali dobbiamo rimuovere delle barriere di eccessiva regolamentazione che fanno perdere competitività”.