Federcongressi&eventi contraria nuovo codice industrie farmaceutiche

Zona: da nuovo codice solo danni per gli operatori del congressuale

È nettamente contraria la posizione assunta da Federcongressi&eventi nei confronti della versione aggiornata del Codice deontologico delle industrie farmaceutiche. In particolare, il punto 3.5 vieta “l’organizzazione o la sponsorizzazione di eventi congressuali che si tengano o che prevedano l’ospitalità dei partecipanti in strutture quali: resort, navi, castelli che si trovino al di fuori del contesto cittadino, masserie, agriturismo, golf club, strutture termali o che abbiano come attività prevalente servizi dedicati al benessere o spa”; il punto 3.9 che, dopo aver definito i concetti di ‘eventi regionali’ e di ‘riunioni scientifiche a livello locale’, stabilisce che in tali occasioni “non potrà essere offerta alcuna ospitalità a eccezione del coffee break. Per gli eventi che prevedano un numero di ore formative superiori a 6 potrà essere offerto un light lunch nell’intervallo tra la sessione della mattina e la sessione del pomeriggio all’interno della struttura nella quale si svolge la manifestazione congressuale”; il successivo punto 3.10 concede 1 solo pernottamento nel caso degli eventi interregionali, “caratterizzati da un’equilibrata rappresentanza di medici provenienti da almeno 3 regioni”.
“Come ho già anticipato al Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi – dice Paolo Zona, presidente di Federcongressi&eventi – desidero esprimere tutta la mia amarezza per questi provvedimenti, che ci piovono addosso nonostante anni di collaborazione con Farmindustria. Su queste nuove norme non siamo stati previamente né informati né consultati. Prendo coscienza che malgrado il momento così difficile che alcuni settori stanno attraversando, anziché coalizzarsi e remare in direzioni convergenti si preferisce mettere i bastoni fra le ruote agli altri. Tutto questo – continua – sta succedendo circa un mese dopo un incontro tra il nostro responsabile ECM e attività medico-scientifiche Mario Buscema ed una delegazione di Farmindustria incaricata della revisione del Codice. Durante questo incontro si ragionava in modo concreto sulle possibilità di stilare un Codice deontologico comune sulle attività congressuali e formative ECM. Pertanto suona oggi paradossale che durante quell’incontro  non siano emerse le novità con cui Farmindustria stava per uscire nel suo Codice aggiornato. Infine, le nuove restrizioni incidono in modo pesante su una filiera congressuale già prostrata dalla crisi senza che ne siano chiare le finalità. Non credo – conclude – che queste nuove restrizioni diano un ulteriore segnale di attenzione né che siano così determinanti come ci si vuole far credere. Al contrario, danno una mazzata economica non  indifferente che a nulla potrà condurre se non a un inasprimento della sofferenza dei nostri operatori”.

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