Il congressuale sta recuperando il tempo perduto

Dopo il lungo stop imposto dalla pandemia il settore del turismo congressuale sta recuperando il tempo perduto. Nel 2021 in Italia sono stati complessivamente realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido (partecipanti in parte in presenza e in parte collegati da remoto)
registrando un aumento pari al +23,7% rispetto al 2020. I partecipanti in presenza sono stati 4.585.433 (+14,7% rispetto al 2020) e le presenze 6.798.425 (+16,3% rispetto al 2020). Sono quindi positivi gli indicatori dei congressi e degli eventi svolti in Italia nel 2021, anno in cui va ricordato che le normative hanno reso possibile la realizzazione degli eventi in presenza solo dal primo luglio e con capienza ridotta sino al 2 dicembre.

La conferma della ripresa del Mice arriva dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE, la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry italiana Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ASERI, presentata nei giorni scorsi a Roma nella sede dell’ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo.

“In questo momento tutte le imprese della filiera stanno rispondendo a una domanda che è persino superiore alle aspettative – commenta la presidente di Federcongressi&eventi Gabriella Gentile -. Il mercato chiede eventi, e li vuole in presenza. Il virtuale è stato una risorsa importante durante la pandemia e continuerà a rappresentare una modalità possibile anche in futuro mail valore degli incontri di persona è sicuramente uscito rafforzato dallo stop imposto dal Covid”.

Secondo l’indagine, la maggior parte dei congressi e degli eventi, il 65,2%, si è svolta al Nord, il 21,8% al Centro, il 9,4% al Sud e il 3,6% nelle Isole. Per quanto riguarda poi le sedi per eventi, gli alberghi congressuali sono la tipologia più utilizzata e, infatti, hanno concentrato il 72,8% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico congressuali hanno ospitato il 4,4% degli eventi mentre le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.) il 3,6%. Infine, il 67% delle sedi ha ripreso l’attività registrando un aumento del fatturato rispetto al 2020 e per quasi la metà di queste, il 48,9%, l’aumento è stato almeno pari al 50%.

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