L’etica per il business: una proposta made in italy all’Eibtm

Per la prima volta nella storia della meeting & event industry, i Capitoli italiani di MPI, SITE e GMIC hanno presentato in un contesto internazionale la proposta di un codice etico interassociativo, che mette al centro l'etica come esigenza prioritaria per fare business e per incidere sulla performance dei professionisti e sull'impatto economico del settore. L'occasione è stata il seminario "Introduction to a new practical model to manage Code of Ethics and the role of the Corporate Social Responsibility Leader: How to stimulate/encourage ethical business behaviour?" tenutosi il 20 novembre a Barcellona nel corso della X edizione di EIBTM.
Nel corso del dibattito sono emersi diversi spunti interessanti: Guy Bigwood, MCI Group Sustainability Director (UK), ha proposto un modello stile Tripadvisor per stimolare e incentivare i professionisti a una condivisa cultura etica.
Secondo Kim Breed, Contracter Program Manager CSL of Big Player in IT (The Netherlands), il codice dovrebbe essere niente più che una linea-guida: se il comportamento di tutti è impostato sul mutuo rispetto, l'etica viene da sé. Concorda Antonio Ducceschi CMM CHBA, secondo il quale il miglior "reward" per chi si attiene e opera nei limiti di un codice etico condiviso è dato dal rapporto di fiducia che si creerà con tutti quelli che condivideranno gli stessi principi etici e dalle maggiori opportunità di fare business insieme.  
Paola Casentini, past president di MPI Italia Chapter, nel contempo ha suggerito la possibilità di creare una patente a punti per riconoscere e misurare i comportamenti più virtuosi.
Rodolfo Musco, CMM CMP emeritus e past president di MPI Italia Chapter, ha sottolineato che l'obiettivo di promuovere e diffondere l'etica passa anche attraverso il bisogno di una certificazione che delinei ed evidenzi i contenuti della professione e delle sue attività ancillari.  
Tra le principali sfide da superare c'è oggi quella del riconoscimento da parte del cliente committente della proprietà intellettuale del progetto presentato dall'agenzia in fase di gara, solo per fare un esempio, mentre all'interno delle aziende spesso e volentieri il codice etico e il bilancio sociale vengono utilizzati come strumento di promozione e vendita, avendo tuttavia poco a che vedere con quanto realmente viene messo in pratica dall'azienda, soprattutto nella gestione delle risorse umane.
Di qui l'importanza della figura del Corporate Social Responsibility Leader, figura ancora poco diffusa in Italia, ma molto più conosciuta all'estero, anche se si percepisce una certa diffidenza nel considerare questo ruolo super partes, in quanto si è portati credere che sia più a misura d'azienda che delle persone che vi lavorano. 

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