L’Italia regina del turismo congressuale

L’Italia è prima in Europa e seconda nel mondo per numero di congressi internazionali svolti nel 2023, con le ultime proiezioni che confermano il posizionamento anche per il 2024. È quanto emerge dalla quarta edizione di Italian Knowledge Leaders, organizzata da Convention Bureau Italia con il supporto della Conferenza dei rettori delle università italiane. “Un risultato – commenta la presidente di Convention Bureau Italia, Chiara Ferrari – frutto di un lavoro sistematico di tutto il settore”.

“Stiamo facendo quel che serve per migliorare la qualità del turismo in Italia. Il primo risultato che dobbiamo ottenere – dice la ministra del turismo Daniela Santanchè – è la destagionalizzazione e il turismo congressuale in questo ci aiuta molto. Il secondo è un capitale umano che faccia la differenza” perché, aggiunge, “l’Italia deve essere un Paese di qualità non di quantità, anche per quanto riguarda il turismo”. Che, aggiunge, “non è di destra né di sinistra”, ma “una grande opportunità di crescita per la nostra nazione e per creare posti di lavoro”. “In passato – prosegue ancora la ministra – il turismo non è stato gestito ma subìto, con le comunità locali che lo hanno vissuto male e non ne hanno goduto i vantaggi. Noi abbiamo una visione e già nei primi due anni del nostro governo qualche risultato lo stiamo avendo”. Ma come attrarre turismo di qualità che lasci ricchezza sui territori? “I congressi sono un elemento fondamentale – risponde – anche nell’ambito della gestione dei flussi, perché già due-tre anni prima si sa quante persone e dove andranno”. Senza contare, che “i turisti congressuali spendono due-tre volte in più rispetto ai turisti tradizionali” e “attraggono conoscenza”.

La ricerca, diffusa da Ikl e presentata dal direttore di Convention Bureau Italia, Tobia Salvadori, racconta come l’Italia abbia grandi capacità, in particolare per i congressi di ampie dimensioni (sopra le 500 persone), di convertire il numero di knowledge leaders presenti sul territorio in congressi confermati. In questo senso, con una cifra che sfiora il 40%, l’Italia è al secondo posto in Europa dopo la Spagna (47%) e davanti alla Francia (33%). Guardando soltanto al 2023, invece, è al primo posto per numero di congressi svolti (553), seguita da Spagna (505) e Francia (472). In base ai congressi già svolti e a quelli in programma, il Paese risulta al primo posto anche per il 2024, con un totale di 540 appuntamenti, contro i 459 della Germania e i 459 della Spagna. Dati che certificano la forza di un settore che contribuisce per circa il 20% all’intero dei flussi turistici nazionali. “Con anche l’orgoglio – dice Salvadori – che 81 italiani nel 2024 sono diventati presidenti di associazioni internazionali”.

L’Italia però resta un Paese spaccato a metà. “Solo il 10% dei congressi e il 13% delle sedi sono al sud – dice la presidente di FederCongresso&Eventi, Gabriella Gentile – Il tema sono gli investimenti in infrastrutture e accessibilità, nuovi centri congressi e una maggiore valorizzazione delle strutture già esistenti, anche in tecnologia”.

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