14 milioni di congressisti (+12,87% rispetto allo stesso periodo del 2006), oltre 18 milioni di giornate di presenza (+26,55%) e 51.137 incontri con un fatturato complessivo in crescita del 17%. Sono i numeri del congressuale italiano nei primi sei mesi del 2007. Dati che se da un lato fanno tirare un sospiro di sollievo agli operatori, dall’altro evidenziano come i problemi legati al segmento restano. A cominciare dal fatto che gli eventi internazionali hanno ancora un peso troppo basso, appena il 5% se rapportato al 30% della Spagna.
Secondo l’analisi crescono sì gli incontri internazionali (+2,13%) ma soprattutto sono gli eventi a carattere nazionale ad imporsi (+7,48%) e rimangono le aziende il principale cliente del sistema congressuale italiano, con una quota pari al 51% del mercato, seguite dal sistema politico (29%) e dalle associazioni (20%). Aumenta poi la dimensione media degli eventi (+9,43%) e la permanenza media degli ospiti (+16,67%). Ma se cresce il fatturato complessivo diminuisce la spesa congressuale giornaliera del 9,2% anche a causa dei limiti imposti alle sponsorizzazioni farmaceutiche dei congressi medici. Infine le metropoli e le città d’arte ospitano un +5,13% nel numero di incontri; per i capoluoghi e i centri urbani minori si registra un +1,35%; mentre le località marine crescono del 2,54%.