Boom per food&beverage sulle navi da crociera

Motore a forza nove per le vendite di cibo e bevande per le compagnie crocieristiche. A Cibus, un maxi gruppo d’acquisto come Carnival ha indicato un mercato in crescita negli ultimi dieci anni, e con prospettive future di incremento in aree mature e ad alta capacità di spesa come l’Europa e gli Usa, anche perché la flotta aumenterà di 15 nuove navi entro il 2020.

Il gruppo crocieristico effettua ogni anno spese in food&beverage per 1 miliardo di dollari, e in queste forniture il made in Italy ha una parte rilevante, soprattutto per burro, pasta e farina. Attualmente, i pasti a bordo sono 1,5 milioni, contando solo i clienti ospiti, e 700 i porti utilizzati per scali e rifornimenti.

Il gruppo annovera dieci brand del settore crocieristico, e ogni compagnia di navigazione ha un’offerta specifica rivolta al proprio target di clientela. Crescono poi i ristoranti tematici e c’è grande sensibilità da parte della compagnia per gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Ad esempio, entro il 2025 Carnival conta di eliminare la plastica a bordo e ancor prima di vincolare gli acquisti di pesce e molluschi, il sea food, al pescato con metodi sostenibili. In Italia Costa Crociere promuove anche l’alta cucina con lo chef  Bruno Barbieri partner della compagnia tricolore. Negli Stati Uniti, ha precisato ancora Raia, il carrello della spesa annuale della sola Carnival corporate prevede acquisti di 3,5 miliardi di kg di burro, 16 milioni di kg di cioccolato, 31 milioni di lattine o bottiglie di birra.

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