Fincantieri guarda verso oriente insieme a Carnival. Il memorandum d’intesa con China State Shipbuilding Corporation, la società dei cantieri del governo di Pechino, apre la via verso una joint venture che potrà portare il gruppo italiano ad affermare la leadership globale nella costruzione di navi da crociera.
Del resto, i cinesi spendono sempre di più in vacanze: all’estero sono diventati i primi al mondo, ma anche in patria la spesa cresce. A inizio ottobre, durante la Golden Week, la spesa in alberghi e ristoranti è cresciuta del 52,2% rispetto al 2013 secondo i dati di China UnionPay, l’associazione delle carte di credito.
Ma il mercato cinese delle crociere è ancora un cantiere in costruzione. Nel 2013 i crocieristi cinesi sono stati appena 570 mila, nel 2015 potrebbero già essere un milione, entro il 2020 il ministero del turismo di Pechino stima che saranno 4,5 milioni, superando gli Stati Uniti e diventando il primo mercato.
Le barriere all’accesso sono rilevanti: le rotte domestiche possono essere navigate solo da società cinesi, e le compagnie possono acquistare navi all’estero pagando una tassa del 30% sul prezzo della nave, che – per le grandi ammiraglie – supera di per sé i 500 milioni di euro.
Pechino ha così cercato due partner occidentali, individuando Fincantieri per la costruzione e Carnival quale operatore. La cooperazione Fincantieri-Carnival potrà così muoversi anche in Cina, dove la prima nave a entrare nel 2006 è stata proprio Costa Crociere, società del gruppo Carnival.