Era disposto a tutto, l’imprenditore edile Salvatore Musella, pur di mettere le mani sull’Antica Rocca della sua Pozzuoli, storico insediamento che sovrasta il porto, sgomberato tra gli anni ’70 e ’80 a causa del bradisismo e poi interamente ristrutturato. Lì doveva sorgere un’imponente struttura alberghiero-ricettiva, con un’incantevole vista sul Golfo, che Musella intendeva assolutamente costruire e gestire.
L’imprenditore è stato arrestato, nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato coordinata dalla Procura di Napoli, che ha portato in carcere anche Nicola Oddati, all’epoca dei fatti componente della direzione nazionale del Pd e attualmente dirigente della Regione Campania, l’ex sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, già coinvolto in un’altra analoga indagine e l’ex presidente dell’Enit Giorgio Palmucci. I reati ipotizzati a vario titolo sono concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, traffico di influenze illecite e turbata libertà degli incanti.
Undici le misure cautelari: ai domiciliari due collaboratori di Musella, il nipote e collaboratore Salvatore Della Corte e Gianluca Flaminio. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria invece per cinque: Giovanni Bastianelli, all’epoca dei fatti direttore esecutivo dell’Enit, il dipendente del comune di Pozzuoli Angelo Tortora (ritenuto collaboratore di Figliolia), Antonio Carrabba, collaboratore di Musella, Sebastiano Romeo, ex consigliere della Regione in Calabria e candidato a segretario provinciale del Pd a Reggio Calabria e Luciano Santoro, anche lui del Pd, candidato alla segreteria Provinciale di Taranto, ex assessore comunale a Grottaglie ed ex consigliere provinciale a Taranto.
Secondo l’accusa Musella, Figliolia, Oddati e Palmucci, insieme con alcuni degli altri indagati, si sarebbero adoperati per agevolare l’assegnazione dell’appalto facendo avere preventivamente a Musella e Della Corte tutte le informazioni necessarie per vincere la gara. In cambio avrebbero ottenuto varie utilità: a vario titolo, posti di lavoro, denaro, vetture per l’uso personale, abiti sartoriali, soggiorni in hotel e ristrutturazioni edili per la compagna di Oddati. Da sottolineare che l’appalto è poi saltato proprio grazie all’indagine.