Costa Crociere, nel 2018 generati 12,6 mld di euro e 63 mila posti di lavoro

Le crociere confermano il loro contributo positivo per l’economia europea e italiana. In particolare il Gruppo Costa Crociere, nel 2018 ha generato un impatto economico totale di 12,6 miliardi di euro in Europa, creando oltre 63.000 posti di lavoro (Full Time Equivalent). È quanto emerge dallo studio, realizzato da Deloitte & Touche, Università di Genova e Università di Amburgo, presentato al Salone Nautico di Genova, con la partecipazione di Roberto Traversi, sottosegretario al MIT.

La costruzione di nuove navi nei cantieri è l’attività maggiormente rilevante sul piano dell’impatto economico a livello europeo del Gruppo Costa, con circa 4,5 miliardi di euro e oltre 20.000 posti di lavoro, grazie a un piano di espansione della flotta che prevede l’arrivo di 7 nuove navi entro il 2023, di cui due già entrate in servizio. Particolarmente rilevante è, inoltre, quanto direttamente generato dalla spesa degli ospiti nelle varie tappe della crociera, pari ad un valore medio di 74,60 euro a passeggero in ogni porto europeo toccato dalle navi della compagnia. Parallelamente, a conferma dell’importanza del settore nella promozione turistica del territorio, il 60% degli ospiti dichiara di voler tornare nelle destinazioni visitate.

“Le crociere producono un valore e una ricchezza nelle città e nei paesi in cui operano che va ben oltre il percepito comune. Ogni euro speso dal nostro Gruppo, dai nostri ospiti o dal nostro equipaggio, genera un effetto moltiplicatore, creando un circolo virtuoso in grado di trasformare positivamente l’economia del territorio, garantendo continuità e rafforzando la stabilità dell’economia locale – ha commentato Neil Palomba, DG di Costa Crociere – L’obiettivo del nostro studio è proprio quello di quantificare questo valore, focalizzandoci sull’Europa e sull’Italia, dove siamo leader e dove abbiamo una presenza storica e consolidata, affinché insieme alle comunità dei porti in cui facciamo scalo si possano costruire con maggiore consapevolezza programmi di sviluppo”.

Sono l’Italia e la Germania a guidare il gruppo dei Paesi europei nei quali il Gruppo Costa Crociere (di cui fanno parte i marchi Costa Crociere e AIDA Cruises) genera il maggior valore. In particolare, l’Italia, casa della compagnia da oltre 70 anni, può contare su un impatto economico pari a 3,5 miliardi di euro, mentre dal punto di vista occupazionale sono circa 17.000 i posti di lavoro creati. I benefici principali per l’economia locale derivano innanzitutto dalla presenza della sede centrale della compagnia a Genova. Costa impiega direttamente oltre 3.200 dipendenti italiani, totale che comprende anche il personale di bordo imbarcato sulle navi battenti bandiera italiana della sua flotta. Significativo è anche il numero dei fornitori e partner italiani con cui la compagnia collabora, oltre 4.700, tra cui Fincantieri e grandi marchi dell’eccellenza italiana nei settori del design e del food&beverage. L’Italia è anche tra le prime destinazioni delle navi del Gruppo Costa Crociere, con 3,2 milioni di passeggeri movimentati e 852 scali in 20 differenti porti nel 2018. La compagnia ha investito in diverse imprese italiane, tra cui Ecospray, realtà all’avanguardia nei sistemi di depurazione dei fumi di scarico delle navi, ed è azionista dei terminal crociere di Savona, Civitavecchia, Venezia, Trieste, Napoli, Genova e La Spezia.

La Liguria è la regione che trae i maggiori vantaggi dalla presenza del Gruppo Costa, con 511 milioni di euro di impatto economico e oltre 3.200 posti di lavoro creati, di cui 1.100 diretti. Oltre alla presenza della sede centrale di Genova, la Liguria può contare infatti su tre home port (Savona, Genova e La Spezia) dove fanno scalo regolarmente le navi di Costa Crociere e Aida Cruises, che nel 2019 porteranno un traffico totale di circa 1,2 milioni di passeggeri movimentati. Nel 2017 Costa Crociere, insieme alla Fondazione Accademia Italiana Marina Mercantile e in collaborazione con la Regione Liguria, ha inaugurato ad Arenzano l’Accademia Ospitalità Italiana Crociere, il primo centro di formazione in Italia dedicato all’hotellerie di bordo, che ha formato ad oggi quasi 500 allievi, di cui il 94% direttamente assunti a bordo delle navi della compagnia.

A Genova nel 2018 Costa ha generato un impatto economico di oltre 280 milioni di euro con più di 1.800 posti di lavoro. Un ulteriore incremento è previsto nel 2019 grazie a Costa Fortuna, che da fine marzo è tornata a fare scalo a Genova, tutti i venerdì, portando un traffico di 170.000 passeggeri movimentati, che saliranno a 185.000 nel 2020 grazie all’impiego di Costa Pacifica al posto di Costa Fortuna.

Con circa 850.000 passeggeri movimentati nel 2018, Savona è l’home port principale del marchio Costa Crociere, che gestisce direttamente il Palacrociere con i suoi due terminal. Il contributo economico del Gruppo Costa a Savona è di 125 milioni di euro e 700 posti di lavoro. Anche in questo caso è prevista una crescita nei prossimi anni, grazie soprattutto all’arrivo di Costa Smeralda, nuova ammiraglia a basso impatto ambientale perché alimentata a gas naturale liquefatto, che da fine 2019 farà scalo tutte le settimane a Savona e La Spezia. Proprio per accogliere Costa Smeralda sono in via di completamento i lavori alla banchina principale e quelli di adeguamento della struttura del Palacrociere, per i quali Costa e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale hanno investito oltre 20 milioni di euro.

Lo studio ha preso in considerazione le tre principali tipologie di impatto economico: l’impatto diretto (38% dell’impatto totale), ovvero le spese sostenute direttamente dalla compagnia, dai suoi ospiti e dal suo equipaggio; l’impatto indiretto (36% dell’impatto totale), che corrisponde alle spese sostenute dagli oltre 10.000 fornitori e partner del Gruppo Costa Crociere per soddisfare la domanda diretta; l’impatto indotto, cioè i benefici economici derivanti dal fatto che i dipendenti del Gruppo Costa e dei suoi fornitori e partner spendono a loro volta gli stipendi percepiti per l’acquisto di altri beni e servizi, sostenendo i consumi del paese in cui vivono.

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