Giapponesi di nuovo nel mirino. Così, dopo i due fidanzati nipponici truffati a luglio in un ristorante romano, la disavventura è capitata ora a un turista giapponese e a due suoi amici in un night club di Milano. Il fatto risale all’11 dicembre 2008, ma è venuto a galla ora, perché solo adesso è approdato sul tavolo dell’Adoc, l’associazione dei consumatori che sta seguendo il caso su mandato dell’Enit. E se il ristorante romano aveva presentato un conto da 695 euro, questa volta la cifra supera addirittura i 7 mila euro. I protagonisti della storia, ammettono di aver un po’ alzato il gomito, quella sera, ma per arrivare a questa cifra ce ne vuole. Il fatto – fa sapere l’Adoc – si è verificato al Pussy Cat, un night club del centro di Milano. A fine serata al turista giapponese sono stati consegnati due scontrini emessi a pochi minuti l’uno dall’altro: uno da 6.765 euro, l’altro di 500 euro. La classica incertezza con il cambio valuta e il fatto di aver bevuto un po’ troppo, come ha ammesso lui stesso, gli hanno giocato un brutto tiro e ha saldato il conto senza contestare, convinto di aver speso il corrispettivo di 80 mila yen, cioè circa 600 euro. Quando il turista si è reso conto di cosa era successo, era orami tornato in Giappone da un pezzo. Più volte, dice, ha tentato di contattare il locale milanese, ma senza riuscirci. Poi, sulla scorta degli episodi accaduti a Roma, che hanno avuto una vasta eco anche in Giappone, ha deciso di rivolgersi agli uffici dell’Enit a Tokyo. Da qui la palla è passata all’Adoc, che ha avvistato l’ambasciata giapponese in Italia e che sta per inviare una lettera al turista nipponico consigliandogli di presentare una denuncia alla procura di Milano, attraverso le autorità consolari giapponesi.