Il cameriere cambia nome e diventa “conviver”. Questo è il nome scaturito da un concorso organizzato da Amira, l’associazione italiana maitres alberghi e ristoranti, per valorizzare la professionalità di questa figura spesso poco considerata nel mondo della ristorazione. A scegliere il nuovo nome sono stati gli studenti degli istituti alberghieri italiani che hanno presentato le proprie proposte ad una giuria, formata da giornalisti internazionali del settore. Il vincitore è stato Paolo Artibani dell’istituto alberghiero De Gasperi di Palombara Sabina (Roma). “Vogliamo dare più forza a questa professione soprattutto fra i giovani che, forse, non ne riconoscono il giusto valore – ha spiegato Raffello Speri, presidente nazionale di Amira – chi esce dalle scuole alberghiere non sente riconosciuta la propria professionalità con un nome che li equipara a chi spesso si improvvisa a servire in sala. Era importante quindi dare un nuovo nome a questa figura altamente professionale. Con questa iniziativa – conclude Speri – abbiamo voluto porre l’attenzione su questa figura poco considerata nonostante la clientela spesso protesti proprio per il servizio più che per la qualità del cibo”. Secondo Gualtiero Marchesi “prima di tutto serve dare forza e valore a questa professione – ha commentato – un cuoco, anche se lo chiamiamo chef, resta sempre un cuoco e la stessa cosa varrà anche per il cameriere. Bisogna che il cameriere sia una persona che sta bene in sala e se nobilitiamo la professione non c’é bisogno di cambiare il nome”.