Nonostante la crisi, il governo si appresta a formulare la nuova richiesta di scostamento da 32 miliardi, che il Parlamento dovrebbe votare il 20 gennaio, dopo l’esito dell’informativa del premier Giuseppe Conte. E arriva anche una mini-proroga dell’invio delle cartelle esattoriali a fine mese, in attesa di un pacchetto di misure che attutisca l’impatto dei 50 milioni di atti sospesi duranti la pandemia.
La via per i nuovi aiuti all’economia, ancora vessata dai danni delle chiusure anti-Covid, rimane quindi legata a doppio filo alle sorti dell’esecutivo, ma il nuovo decreto, assicura il ministro Francesco Boccia, ha “la massima priorità” e la crisi “non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi” ai nuovi aiuti ad hoc per lo sci e agli interventi “cospicui” per bar e ristoranti e su tutte le attività penalizzate dalle chiusure.
Le risorse serviranno da un lato per nuovi ristori a fondo perduto per le attività colpite dalla crisi, con un meccanismo “perequativo” che dovrebbe misurare le perdite almeno su sei mesi (ma si starebbe anche ragionando sull’anno intero). Dall’altro i fondi dovrebbero coprire un nuovo pacchetto di misure per intervenire su quella che il viceministro all’Economia Antonio Misiani ha definito una “montagna di cartelle esattoriali in arrivo”.
Intanto con un decreto ad hoc viene sospeso per altre due settimane l’invio delle cartelle, che sarebbe ricominciato lunedì. Poi, con il prossimo decreto Ristori si farà in modo che all’arrivo delle nuove notifiche del fisco siano già pronte anche le misure per attenuarne gli effetti, dalla rottamazione quater al saldo e stralcio. Nel pacchetto potrebbe trovare spazio anche la pulizia del magazzino invocata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, per rendere più efficace e meno dispersiva la macchina della riscossione.
Inoltre, nel prossimo decreto Ristori ci sarà il rifinanziamento della cig Covid: lo ha indicato, a quanto si apprende, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, ai sindacati durante il tavolo sulla riforma degli ammortizzatori sociali. L’ipotesi allo studio è di prevedere ulteriori 18 settimane, almeno per le piccole aziende. “Stiamo facendo delle stime”, ha spiegato la ministra.