Attesa sul decreto ristori 5: sul tavolo indennizzi allo sci, cig e licenziamenti

Dal capitolo ammortizzatori sociali ai nuovi ristori, il nuovo governo Draghi si trova immediatamente sul tavolo le questioni più urgenti. A cui si somma anche la richiesta degli indennizzi degli operatori della montagna, dopo l’ultimo stop all’avvio della stagione sciistica. L’esecutivo assicura l’impegno a compensare “al più presto” gli operatori del settore con “adeguati ristori”. Il turismo ed i settori maggiormente colpiti dalle chiusure e dalle restrizioni anti-Covid reclamano l’urgenza del decreto ad hoc, rimasto in stand by per il passaggio dal vecchio al nuovo governo, e che ora forse inevitabilmente verrà condizionato dalle nuove misure che aprono alla necessità di ricalibrare la bussola nell’utilizzo delle risorse.

L’atteso decreto Ristori 5 può contare su 32 miliardi, dopo l’ultimo scostamento di bilancio autorizzato dal Parlamento a metà gennaio. Sul tavolo del neoministro del Lavoro Andrea Orlando, che ha già avviato il giro di incontri con le parti sociali, tra le priorità, c’è la riforma degli ammortizzatori sociali, che vada verso un sistema universale di copertura, e il rilancio dell’occupazione, a partire da donne e giovani. Senza contare la questione del blocco dei licenziamenti, che scade il prossimo 31 marzo e che si dovrà decidere se e per quanto tempo prorogare ancora e se per tutti finché dura l’emergenza, come chiedono i sindacati, o soltanto per i settori più in difficoltà e che sono stati costretti a chiudere per via dei decreti emergenziali, come sostiene Confindustria. Da definire insieme al prolungamento della cig Covid, ora gratuita per le imprese. Punti destinati a confluire nell’atteso prossimo decreto Ristori.

Nel pacchetto su cui aveva lavorato l’ex ministra Nunzia Catalfo erano previsti la proroga della cig (ulteriori 8 settimane di cigo e 26 settimane di cig in deroga e assegno ordinario da utilizzare entro il 31 dicembre 2021), gli aiuti agli autonomi e professionisti con altri 1,5 miliardi al fondo per l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali, un’ulteriore indennità di 3.000 euro per i lavoratori dello spettacolo, stagionali e autonomi privi di partita Iva, insieme ai ristori in senso stretto.

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