C’è grande preoccupazione nel mondo del turismo nazionale, e non solo romano, per l’aumento dell’imposta di soggiorno a Roma. “La delibera dell’assemblea capitolina che apre la strada ad un aumento dell’imposta di soggiorno, che per i 4 e i 5 stelle sarebbe incrementata rispettivamente del 100% e del 133% – sostiene Giorgio Palmucci, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – è motivo di grande preoccupazione per gli operatori della città, ma anche per l’intero settore, visto l’impatto che la destinazione Roma ha sul turismo italiano. Rischiamo di perdere ancora competitività, proprio quando cominciavano ad affacciarsi dei primi timidi segnali di ripresa dal mercato estero. Sarà complicato, infatti, far capire al turista straniero perché a fronte degli 1.5 euro di Parigi o delle 0 sterline di Londra, a Roma sarà necessario pagare 6 o 7 euro per persona al giorno. Tanto più che solo il 10% del gettito sarà destinato alla competitività del settore, quando invece progetti importanti come il Convention Bureau che sarebbe un importante volano di crescita per la città, restano ancora al palo. Se poi venisse confermata la tempistica con l’operatività al 1° settembre – conclude Palmucci – i problemi sarebbero ancora maggiori per tutti i contratti già confermati”.
Per Renzo Iorio presidente di Federturismo, “la decisione di aumentare ancora la tassa di soggiorno presa dal Comune di Roma è un atto contro il turismo italiano. Proprio mentre Parigi decide di non mutare la sua imposta locale, Roma sceglie invece di aumentarla fino al 50% nei 4 stelle. Una coppia in un 4 stelle a Roma pagherà quindi un balzello di 12 euro, mentre la stessa coppia in un 4 stelle a Parigi ne pagherà 3. Il focus di un paese su un settore si giudica anche da questo”.