Piccola manifestazione di protesta davanti allo stand di Israele alla Bit di Milano. Un gruppetto di giovani ha urlato alcuni slogan e poi ha lanciato dei volantini firmati Freepalestine, Rete solidarietà con la Palestina. La polizia è subito intervenuta per allontanarli. Alcuni volantini sono stati trovati anche in altri punti della Fiera. "Siamo abituati a questo genere di proteste, si ripetono ogni anno, questa volta devo dire che quelli che sono venuti qui con i volantini erano meno del solito" ha detto Tzvi Lotan, consigliere per gli affari turistici dell'Ambasciata di Israele. Episodi del genere sono ricorrenti nella rassegna internazionale nei confronti di Israele per la questione palestinese. Il particolare che ha contraddistinto la protesta di quest'anno è che sui volantini era stampato il logo della Bit. La Fiera spa ha subito espresso tutta la sua estraneità e si è riservata di prendere iniziative anche per vie legali.
"Nel 2012 abbiamo registrato 170 mila italiani in visita al paese mediorientale, mentre sono stati circa 300 mila gli israeliani che hanno visitato l'Italia – ha detto il consigliere, che preferisce parlare di turismo archiviando subito l'episodio – Da noi il turismo è cresciuto del 12%, 3,5 milioni di turisti dal mondo".
A poca distanza dello stand israeliano c'é quello della Palestina, dove è arrivata l'eco della veloce protesta. "Ognuno può manifestare come crede opportuno, ma la politica tocca ai politici – ha detto Magdouline Salameh, responsabile per l'Italia del ministero del turismo palestinese – Noi vogliamo la pace e lavoriamo per fare propaganda al turismo che per forza di cose è molto legato a quello del resto dell'area".
Infatti, come ha ricordato anche il consigliere israeliano, soprattutto per quanto riguarda il turismo religioso, chi va a Gerusalemme, che è in Israele, poi visita anche Betlemme che è a 10 km di distanza, ma in Palestina.